Prima notte in carcere, nella struttura milanese Beccaria, per il ragazzo di 17 anni arrestato ieri, domenica 1 settembre, per l'omicidio dei genitori e del fratello 12enne a Paderno Dugnano, comune alle porte di Milano. Protetto e sorvegliato, il minore si trova nella struttura al centro di recenti rivolte e di un'inchiesta su presunti maltrattamenti, qui sarà assistito dagli psicologi per cercare di riportare a galla il movente del triplice omicidio. Secondo le prime indiscrezioni della stampa, il ragazzo avrebbe agito perché «in casa mi sentivo un corpo estraneo. Oppresso». Sarebbero queste le dichiarazioni che lui stesso avrebbe rilasciato durante i primi interrogatori.

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Il giovane, arrestato ieri dopo aver ammesso le sue responsabilità sul triplice omicidio del fratellino Lorenzo, di 12 anni, della madre Daniela, di 48, e del padre Fabio, di 51, uccisi in casa a coltellate, non ha saputo spiegare meglio quello che è scattato nella sua mente, apparendo pentito in più circostanze e inframezzando il suo racconto con scoppi di pianto.

Era stato lui stesso, subito dopo i fatti, a chiamare il 112 fornendo, però, sulle prime, una versione diversa, ovvero che aveva ucciso il padre dopo che questi aveva assassinato moglie e figlio. Ma l'ipotesi è durata solo poche ore, poi il crollo al termine di un lungo interrogatorio.

Il «malessere» e la strage

Oggi la Procura per i minorenni di Milano inoltrerà all'ufficio gip la richiesta di convalida dell'arresto e di custodia cautelare. Il ragazzo si trova al momento in un'ala del carcere minorile Beccaria, in attesa dell'udienza di convalida, che dovrebbe tenersi tra domani e dopodomani. Oggi, il suo difensore dovrebbe incontrarlo nel Cpa del Beccaria. Da quanto è stato riferito, uno degli aspetti che si dovranno approfondire, attraverso consulenze e il lavoro di esperti, non solo dal punto di vista difensivo, ma anche da parte della Procura e del Tribunale per i minorenni, è proprio il tema della "personalità", dal punto di vista psicologico e psichiatrico, del ragazzo.

Per cercare di comprendere proprio quel «malessere» psicologico di cui lui stesso ha parlato nell'interrogatorio. Interrogatorio in cui il 17enne ha spiegato con chiarezza la dinamica del triplice omicidio con decine di coltellate. Il primo ad essere colpito è stato il fratello di 12 anni, ma il 17enne non avrebbe avuto significativi motivi di attrito con lui, stando al suo racconto nel quale ha inquadrato, invece, ciò che ha fatto nell'ambito di quel malessere che stava vivendo. Davanti ad inquirenti e investigatori, ha mostrato tutto il suo pentimento, piangendo e sfogandosi a lungo. Non ha avuto mai, stando a quanto riferito, atteggiamenti in qualche modo spavaldi, ma è apparso sempre molto fragile. Pare non avesse mai mostrato in passato particolari problematiche psicologiche. 

Il pm: «Non c'è un movente, pensava di uccidere da qualche giorno»

«Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente valido. Dal punto di vista sociologico e psicologico ovviamente sono aperte le indagini. Anche il 17enne non si dà una spiegazione. Ha parlato di un suo '"malessere" da qualche giorno, un pensiero di uccidere, ma non legato alla famiglia», ha detto il pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, durante la conferenza stampa al Comando provinciale di Milano dei Carabinieri sulla strage famigliare avvenuta nella notte tra sabato e domenica a Paderno Dugnano.

«Ha capito che non può tornare indietro, è molto lucido su questo, sa che quello che ha fatto è irreversibile»: ha precisato la procuratrice Ditaranto. «Ha parlato di un malessere suo, non collegato alla famiglia, era un pensiero che aveva da qualche giorno, non collegato ad un impeto», ha aggiunto.

L'aggressione al fratello e i colpi ai genitori arrivati in suo soccorso

«Il 17enne ha aggredito il fratello mentre dormiva, ma in qualche modo si è svegliato e ha fatto svegliare a sua volta i genitori. Quando sono arrivati prima ha colpito la madre e poi quando la madre si è accasciata, ha colpito il padre, di spalle, mentre prestava soccorso al figlio minore», ha poi spiegato il pm.

«I militari quando sono arrivati sul posto della strage, a Paderno Dugnano hanno trovato un ragazzo seduto su un muretto d'ingresso, calmo. A terra c'era un grosso coltello da cucina e lui era sporco di sangue. I militari lo hanno rassicurato, era sereno e lucido. Poi sono entrati in casa e hanno scoperto la strage». Lo ha detto il tenente Luigi Ruzza, comandante della stazione carabinieri di Paderno Dugnano, durante la conferenza stampa.