Un alto funzionario palestinese ha dichiarato a al-Mayadeen che «sabato saranno rilasciati vivi 6 ostaggi in cambio del rilascio di alcuni detenuti palestinesi». Ha affermato che la decisione è stata presa «dopo consultazioni con i mediatori in Qatar ed Egitto, nonché con la leadership di Hamas a Gaza». L'alto funzionario fa notare che, in cambio, sono state concordate misure che «agevolano l'ingresso di macchinari pesanti, rimorchi e materiali edili».

Secondo il capo negoziatore di Hamas Khalil al Hayya, giovedì rilascerà 4 corpi di ostaggi e sabato 6 rapiti vivi, tra cui Hisham al-Sayed e Abra Mengistu, prigionieri a Gaza da oltre dieci anni. Lo ha confermato anche un funzionario israeliano citato da Ynet. Dopo, resteranno nella Striscia altri 59 ostaggi, tra cui almeno 28 morti. «Abbiamo deciso di consegnare quattro corpi di persone rapite giovedì in preparazione della seconda fase dei negoziati sull'accordo. La consegna dei corpi rimanenti sarà completata secondo quanto concordato nella sesta settimana di attuazione dell'intesa. Sei ostaggi vivi saranno rilasciati sabato, tra cui Hisham al-Sayed e Avraham Mengistu (rapiti 10 anni fa) in cambio di detenuti palestinesi», ha dichiarato al Hayya.

«Sottolineiamo la necessità di obbligare Israele a implementare tutte le disposizioni dell'accordo senza eccezioni o ritardi. Chiediamo l'introduzione di attrezzature pesanti per estrarre i corpi di coloro che sono stati uccisi e i corpi di coloro che sono stati rapiti e uccisi dai bombardamenti israeliani. Israele sta ancora ritardando l'inizio dei negoziati nella seconda fase, che doveva iniziare il 3 febbraio. Siamo pronti a entrare immediatamente nella seconda fase, che include un cessate il fuoco completo e un ritiro completo dell'Idf», ha aggiunto.

Il capo negoziatore di Hamas, in un discorso registrato, ha riferito che giovedì saranno consegnati a Israele anche i corpi dei membri della famiglia Bibas, la madre Shiri e i due bambini Kfir e Ariel, riferisce l'agenzia turca Anadolu. L'ufficio del primo ministro israeliano ha esortato i media a non diffondere voci sui nomi degli ostaggi uccisi che saranno restituiti a Israele giovedì prima che vengano eseguite le analisi del Dna. La richiesta, è stato chiarito, è «per proteggere la privacy delle famiglie in questo momento difficile».