Risposte agli studenti con messaggi ai buoni intenditori. La cronaca politica di questi giorni ha fatto da sottotesto al dialogo fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i ragazzi, all'evento romano con cui l'Osservatorio permanente giovani-editori ha festeggiato i 25 anni.

Fra un ricordo di scuola e un ragionamento sui rischi e le potenzialità dell'intelligenza artificiale, il Capo dello Stato ha evocato qualche boccone amaro.

«Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune - ha detto - Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. Un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare». Durante i nove anni di Mattarella al Colle, sono transitati per Palazzo Chigi sei governi: quelli di Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, il primo e secondo di Giuseppe Conte, quello di Draghi e poi quello attualmente in carica di Giorgia Meloni. E di norme discusse è piena la Gazzetta ufficiale. Ma, guardando ai tempi più recenti, ai parlamentari a chiacchiera in Transatlantico sono venuti in mente un paio di provvedimenti già legge: l'Autonomia differenziata e la proroga al 2027 delle concessioni per i balneari. E uno in attesa della promulgazione: la Gestazione per altri, che rende la maternità surrogata un reato universale.

Il Presidente della Repubblica «è fuori dalla contesa politica, è imparziale, è un arbitro - ha ricordato Mattarella - È un'immagine che ho usato anche io. E ho aggiunto che i giocatori devono aiutarlo nell'applicazione delle regole, la pluralità nel rispetto delle regole è fondamentale». Perché «essere arbitro significa ricordare a tutti i limiti delle proprie attribuzioni e delle sfere in cui operano. Vale per il potere esecutivo, legislativo, giudiziario. Ciascun potere e organo dello Stato deve sapere che ha limiti che li deve rispettare, perché le funzioni di ciascuno non sono fortilizi contrapposti per strappare potere l'uno all'altro».

Parole che arrivano all'indomani della bocciatura della Consulta di una parte della riforma dell'Autonomia e, soprattutto, dopo giorni di tensioni fra governo e magistratura per lo stop dei giudici al trattenimento dei migranti in Albania. La riforma dell'Autonomia richiama quella del premierato, ancora in gestazione nelle commissioni. «Per qualunque organo dello Stato è importante il potere degli altri organi, perché non vi sia nessuno, nel nostro ordinamento, che abbia troppo potere, perché il contenimento nei propri limiti è fondamentale», ha sottolineato Mattarella.

Che ha ricordato quale sia il ruolo del Colle: «Le norme costituzionali non prevedono tutto quello che può accadere, hanno quindi un tasso di elasticità che le rende adatte ad affrontare eventi non prevedibili. Quando il sistema si blocca, il Presidente della Repubblica interviene per rimetterlo in funzione, come un meccanico, per riparare un sistema inceppato». C'è un malessere che preoccupa Mattarella: i sintomi si manifestano nelle urne. «L'astensione è molto alta fra i giovani, è un segnale allarmante, tutti devono interrogarsi. La democrazia vive della partecipazione, se non c'è appassisce, sfiorisce».

Ai ragazzi, Mattarella ha ricordato che «il diritto dovere di informare e di essere informati è garantito dalla Costituzione. Ai media permane il compito di essere i cani da guardia della democrazia. Alla coscienza e al contributo di ciascuno compete saper discernere ed esprimere questi valori: non esiste un ministero “della verità”». Davanti agli studenti, Mattarella ha sottolineato le potenzialità dell'intelligenza artificiale, senza nasconderne i rischi. «Alla mia età si cade nella tentazione di pensare: come era bello ai miei tempi. Non è così, oggi è molto più entusiasmante. Sono entusiasmanti gli strumenti che la scienza ci mette a disposizione, ma le scoperte vengono usate in modo positivo o perverso in base a come vengono usate. Quindi riflettiamo sulle opportunità ma anche sui rischi».