Tempo fa si sentiva parlare di spray al peperoncino, in relazione ai fatti di cronaca, come il mezzo che veniva utilizzato in quanto “arma di difesa” contro le aggressioni. L’utilizzo della sostanza infatti era molto utile per difendersi in caso di furto, rapine o aggressioni fisiche. Lo usavano soprattutto le donne. Oggi la situazione si è ribaltata e lo spray al peperoncino è passata da essere “arma di difesa” ad “arma di aggressione”, utilizzata per effettuare furti in locali affollati, generando il panico. Il caso della discoteca “Lanterna Azzura” di Corinaldo, in provincia di Ancona, nella quale sono morti 5 adolescenti e una madre è l’esempio lampante.

Cos’è lo spray al peperoncino

Lo spray al peperoncino si ottiene combinando un estratto proveniente dalla cayenna (la pianta del peperoncino) con acqua, glicoli ed altre sostanze chimiche. Tra queste è  la “capsaicina” a rendere la miscela  particolarmente urticante. Questa sostanza causa sulla persona che la subisce effetti come irritazione a occhi e bocca con abbondante lacrimazione dei primi. Nei casi in cui venga ingerita, la sostanza provoca affaticamento respiratorio, gonfiore, tosse e abbondante fuoriuscita di muco. Tuttavia, gli effetti dello spray al peperoncino sono temporanei. Chi ha provato lo spray sulla propria persona, riferisce di dolori particolarmente elevati e talvolta immobilizzanti che durano per circa 10/30 minuti.

In quali Paesi è illegale

Nonostante questo strumento di difesa possa rivelarsi estremamente utile ai tempi d’oggi, non è sempre possibile servirsene. In alcuni paesi del nord Europa, infatti, l’uso dello spray al peperoncino è illegale. In Finlandia, ad esempio, l’uso dello spray al peperoncino è permesso esclusivamente a chi detiene il porto d’armi, considerando lo stesso alla pari di una normalissima pistola. In alcuni luoghi tale sostanza viene considerata, addirittura, come uno strumento di tortura e, di conseguenza, il suo utilizzo viene severamente punito. In Belgio, ad esempio, lo spray al peperoncino è considerato alla stregua di una vera e propria arma mortale e chiunque la utilizzi o l’abbia con sé viene multato

Lo spray è legale in Italia?

In Italia lo spray è considerato un prodotto che può essere, sì dannoso, ma anche estremamente utile per auto-difendersi. Nel nostro paese è legale servirsi di tale strumento di autodifesa, ma a condizione che vengano rispettate precise regole fissate da un decreto che ha legalizzato e regolamentato in maniera precisa la materia delle bombolette spray o in generale di tutti quei prodotti a base di olio di peperoncino utilizzati al fine di autodifendersi. Il decreto è il n. 103 del 12 maggio 2011 contenente il “Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di "Oleoresin Capsicum" e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona, in attuazione dell’articolo 3, comma 32, della legge n.94/2009”.

In quali situazioni deve essere usato e quando è considerato illegale?

Lo spray è uno strumento che può essere usato unicamente per autodifesa. Ogni altro impiego, ad esempio come strumento di offesa, è punito e può comportare responsabilità sia penali che civili. Si può rischiare un’accusa per “getto pericoloso di cose” e nei casi più gravi, si possono integrare gli estremi del reato di “lesioni personali”. Prima di acquistarne uno è importante accertarsi che lo spray sia a norma di legge, altrimenti sarà chi lo ha utilizzato a rimetterci nel caso in cui lo strumento causasse dei gravi danni ad una persona (anche se quest’ultima voleva aggredire chi ha utilizzato il prodotto non a norma). Ci sono stati alcuni casi in cui l’uso dello spray al peperoncino è stato condannato dalla Cassazione, poiché non ritenuto a norma di legge.

 

Con una sentenza del 2011, la Cassazione ha affermato che: «Le bombolette spray a base di peperoncino rientrano nella nozione di armi comuni da sparo se la sostanza urticante è mescolata con altre sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici». Nella stessa sentenza, la Corte ha specificato che «Non rientrano nel novero delle armi da guerra o delle armi comuni da sparo, le bombolette spray che  siano conformi alle caratteristiche previste dal decreto del ministero dell’interno 12 maggio 2011 n. 103». Un altro esempio risale al 2014, in cui un uomo è stato condannato poiché importava bombolette spray al peperoncino con sostanze illegali al loro interno. Queste sono state classificate come armi da sparo a tutti gli effetti, con lo scopo aggredire piuttosto che difendersi. Lo spray al peperoncino deve, infatti, essere composto solamente da ingredienti a norma di legge e servire all’unico scopo di difesa personale