Lo scorso 25 maggio i rispettivi ministri della Difesa russa e bielorussa, Sergei Shoigu e Viktor Hryenin, hanno firmato documenti sul posizionamento di armi nucleari non strategiche russe su territorio Bielorusso. La notizia veniva pubblicata ufficialmente dal sito della Difesa della Repubblica di Bielorussia.

I ministri incontratisi a Minsk hanno discusso della situazione politico-militare e delle questioni di cooperazione tecnico-militare. Durante quell’incontro i rispettivi rappresentanti hanno firmato documenti che hanno definito la procedura per “ospitare” le armi nucleari non strategiche russe in uno speciale impianto di stoccaggio su territorio bielorusso.

La risposta del Ministro Hryenin a conclusione dell’incontro è stata: «Questa sarà una risposta efficace alla politica aggressiva dei Paesi ostili nei nostri confronti e, speriamo, farà riflettere sull'inammissibilità di un'ulteriore escalation della situazione nella regione».

Già in quella data il Presidente russo Vladimir Putin ha affermato che l’1 luglio la Russia completerà la costruzione di uno speciale deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia, consegnando preventivamente all'esercito bielorusso il complesso missilistico Iskander in grado di trasportare tali armi. Difatti il sistema missilistico Iskander-M è in grado di trasportare sia cariche convenzionali che nucleari.

Lo stesso Capo del Cremlino ha sottolineato come tali azioni siano una sorta di risposta alla decisione della Gran Bretagna di trasferire proiettili di carri armati contenenti uranio impoverito in Ucraina. Quanto dichiarato e firmato dai due ministri trova oggi conferma su “Interfax” che ha riportato le parole del Presidente Vladimir Putin dopo l’incontro avvenuto con il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko: «Come sapete, il 7-8 luglio sarà completata la preparazione delle strutture pertinenti e inizieremo immediatamente le misure relative al dispiegamento dei relativi tipi di armi sul vostro territorio. Tutto sta andando secondo i piani».

Il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, ha affermato che l'intenzione della Russia di dispiegare armi nucleari in Bielorussia rischierà di portare alla destabilizzazione interna del Paese rovinando la reputazione della Russia agli occhi della società bielorussa.

L’opposizione del governo guidato da Lukashenko non ci sta

Il posizionamento di armi nucleari non strategiche in Bielorussia significa la completa subordinazione del territorio della Bielorussia alla Federazione Russa. Questo è ciò che emerge dalle dichiarazioni di Pavlo Latushko, vice capo dell’opposizione di “Gabinetto unito di transizione della Bielorussia” durante il programma “Telethon”.

«Lukashenko dovrebbe essere considerato come Gauleiter (era colui che governava un distretto nella Germania hitleriano) di Putin, come governatore di una delle regioni della Federazione Russa. Sfortunatamente è successo il peggio che doveva e poteva accadere. Lukashenko ha ceduto la Bielorussia». Latushko sostiene che il posizionamento di armi nucleari è un aumento della minaccia per i bielorussi. «Dio non voglia, si verifichi un conflitto nucleare, allora in questa situazione la Bielorussia sarà tra gli obiettivi di un potenziale attacco. Con questa decisione è stata tracciata sulla mappa un obiettivo».

D'altra parte, il dispiegamento di armi nucleari significa ulteriori unità militari e basi della Federazione Russa sul territorio della Bielorussia. Quindi, se il popolo bielorusso si ribella, come è successo nel 2020, questo sarà un motivo per cui la leadership russa invierà un ulteriore contingente militare nel territorio della Bielorussia per sopprimere le manifestazioni.