Il Capo dello Stato Mattarrella nel messaggio augurale al tycoon americano richiama i solidi legami di collaborazione dell'alleanza tra Stati Uniti ed Europa. Ecco le reazioni dei leader politici italiani
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Sono, come prevedibile, contrastanti le reazioni provenienti dall'Italia sulla schiacciante vittoria di Donald Trump alle Presidenziali Usa. Ovviamente improntate al rispetto istituzionale sono quelle del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
In un messaggio a Trump il capo dello Stato conferma, tra l'altro, la ferma volontà di Roma di lavorare d'intesa con Washington, bilateralmente e in tutti i consessi, oltre che nella cornice delle relazioni tra Stati Uniti ed Europa, forse il punto più delicato della vicenda. «Le porgo cordiali auguri di successo nel suo nuovo mandato alla presidenza degli Stati Uniti d'America - scrive il capo dello Stato Sergio Mattarella -. I nostri Paesi sono uniti da inscindibili vincoli di amicizia e collaborazione, cementati dalla condivisione dei valori democratici e dalla comune adesione a un ordine internazionale fondato sulle regole. Tali legami, che includono l'imprescindibile dimensione euro-atlantica, sono di vitale importanza, ancor più nell'attuale contesto internazionale segnato da conflitti e focolai di instabilità. Nella ricerca di soluzioni efficaci alle gravi crisi del presente Roma conferma la sua ferma volontà di lavorare d'intesa con Washington, bilateralmente e in tutti consessi multilaterali, oltre che nella cornice delle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea». Il riferimento all'Unione non è ovviamente casuale, visto che il rapporto fra Usa e Ue rappresenta una della maggiori incognite di questo secondo mandato di Trump.
«A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni "sorelle", legate da un'alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente», scrive su X la premier Giorgia Meloni.
L'elezione di Donald Trump «darà stabilità agli Usa, un nostro grande partner. Siamo al lavoro già da ora per rinforzare il legame solidissimo con gli Usa. Le relazioni transatlantiche sono la priorità del governo insieme ai rapporti con l'Ue. Lavoreremo con l'amministrazione Trump, credo che si potrà discutere di molte questioni, la Nato è una priorità». Così Antonio Tajani a Sky Tg24. «Io non vedo problemi per l'elezione di Trump, anzi credo che lui abbia una naturale simpatia per l'Italia e come abbiamo lavorato bene con le precedenti amministrazioni sono convinto che lavoreremo bene con la nuova».
Ma chi davvero sembra entusiasta per la vittoria del tycoon americano è Matteo Salvini. Il leader della Lega prima ha commentato con entusiasmo su Instagram il risultato americano, poi si è concesso ad una lunga intervista a Rtl 102,5 in cui ha ammesso che nella coalizione c'erano differenze di vedute su Trump. Nel corso della trasmissione di Rtl 102.5 Salvini è intervenuto sottolineando che ci sono state «settimane e settimane di trasmissioni e articoli sul fatto che avrebbe vinto Harris, perché sarebbe stata la scelta migliore rispetto a Trump, che veniva visto come un pericolo fascista, machista...» . Quindi ha sottolineato «le sue politiche, come il taglio delle tasse, la lotta all'immigrazione clandestina, e la sua visione chiara del mondo, con la priorità al ritorno alla pace. Il presidente Trump - ha detto - farà gli interessi dei cittadini americani, come è giusto che sia. Se, nel perseguire questi interessi, si riuscisse a creare un nuovo equilibrio internazionale, con la chiusura dei conflitti tra Russia e Ucraina e Israele e Palestina, sarebbe l'intero mondo a guadagnarci».
L'elezione di Trump negli Stati Uniti, per la segretaria del Pd Elly Schlein «è una brutta notizia per l'Europa e una brutta notizia per l'Italia. Non solo perché anche in questi ultimi giorni ha dichiarato di nuovo la sua ostilità verso l'Unione europea, ma anche per quello che ne conseguirà in termini di politiche economiche. Chi oggi lo festeggia per ragioni di bandiera - ha proseguito Schlein - smetterà presto quando gli effetti di una nuova politica protezionistica colpiranno le imprese e in lavoratori in Europa e anche qui nel nostro Paese» .
«Auguri di buon lavoro a Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti: fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici, puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi». Così su X il leader del M5s Giuseppe Conte.
«Donald Trump ha vinto in modo netto le elezioni americane e sarà il 47° Presidente degli Stati Uniti. Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne ma il primo dovere morale e civile è riconoscere il risultato con le congratulazioni al vincitore e l'onore delle armi alla sconfitta Kamala Harris. Spero che per l'Europa questo sia il momento della sveglia. Buon lavoro al Presidente eletto Trump e grazie al Presidente Biden per il lavoro di questi anni». Lo scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi.
«L'Europa, adesso. L'elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio: paura e rabbia come principale meccanismo di voto; noncuranza verso l'etica pubblica e trionfo dei conflitti di interesse; politica come capacità di intrattenere ed essere "star" prima che statisti; irrilevanza sostanziale dei risultati di governo. Si vota sulla base della propria corrispondenza identitaria ed è spesso un'identità costruita contro "l'altro".Tutto ciò nasce da una crisi lunga dell'Occidente innescata da parole d'ordine come globalizzazione, innovazione, multiculturalismo, diventate politiche ideologiche mal gestite da liberali e progressisti. Ora l'Occidente vive la sua ora più buia. Separato, indebolito e incapace di ricostruire una leadership fondata sui valori che ne avevano fatto il punto di riferimento di chi desiderava vivere in un sistema libero e giusto». Lo scrive in un lungo post su X il leader di Azione, Carlo Calenda.