L'Inps fa marcia indietro e riporta nelle simulazioni le attuali regole sull'età di accesso alla pensione di vecchiaia e sui contributi necessari per il ritiro anticipato. Lo sottolinea la Cgil che pubblica la simulazione fatta l’altro ieri per un utente nato nel 1961 nella quale era stata prevista l'uscita nel 2028 con un'età anagrafica di 67 anni e tre mesi. Per lo stesso utente, spiega la Cgil, la simulazione fatta invece ieri, «dopo la revisione degli applicativi a disposizione dei patronati per il conteggio delle pensioni prevede invece l'uscita a 67 anni».

In un'altra simulazione per un utente che chiedeva notizie sull'uscita per la pensione anticipata si prevedeva l'uscita il 1 dicembre 2029 con 2.249 settimane di contributi. Nella seconda simulazione l'uscita è invece il primo agosto del 2029 con 2.231 settimane, quindi quattro mesi in meno.

L’altro ieri, spiega il sindacato, la Cgil aveva denunciato il cambiamento da parte dell'Inps dei requisiti per il raggiungimento della pensione anticipata che nei propri applicativi veniva spostata in avanti: dal primo gennaio del 2027 sarebbero infatti serviti 43 anni e un mese di contributi. Peggio ancora dal 2029, quando il requisito sarebbe aumentato ulteriormente a 43 anni e 3 mesi. Stesso destino per le pensioni di vecchiaia, con l'età minima che passa da 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029.

Il sindacato di corso d'Italia «ribadisce la correttezza della propria denuncia pubblicata ieri in merito ai nuovi requisiti pensionistici a decorrere dal 2027, come risultava su tutti gli applicativi Inps». «In seguito alla nostra denuncia - continua la Cgil - l'Inps ha cercato di smentire, affermando che "le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente in vigore”. Tuttavia, questa dichiarazione costituisce una chiara retromarcia rispetto a quanto l'Istituto stava applicando nei suoi sistemi fino a ieri».

Landini: «Basta fare cassa»

«Hanno corretto gli applicativi sull'innalzamento dell'età pensionabile solo grazie alla nostra denuncia. Ciò che è successo ci preoccupa e conferma che si vuole solo fare cassa». Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in una intervista a La Repubblica. «Hanno fatto cassa miliardaria anche sulle rivalutazioni delle pensioni all'inflazione. Hanno stretto tutti i canali di accesso anticipato - ha detto Landini -. Opzione donna quasi non esiste più. I giovani rischiano assegni poco dignitosi, per via del lavoro povero e discontinuo: altro che previdenza integrativa, c'è bisogno di una pensione di garanzia. Quest'anno poi le pensioni si riducono per via dei coefficienti di trasformazione più bassi. E ora il blitz dell'Inps».

«Il lavoro che si sta creando è povero e precario - ha osservato Landini -. La disoccupazione giovanile aumenta. Crescono i Neet. Chi può, fugge all'estero. Gli inattivi esplodono. Abbiamo 6 milioni di lavoratori sotto gli 11mila euro lordi all'anno. E 4 milioni in part-time, soprattutto involontario. Vola l'occupazione over 50, proprio perché questo governo ha peggiorato l'accesso alle pensioni. Mentre siamo vicini a una crisi strutturale dell'industria. La produzione cala da 21 mesi, aumentano le richieste di cassa integrazione e calano le ore lavorate e gli investimenti».