Dopo 137 anni è stata abolita la sezione 377 del codice penale indiano che prevedeva condanne fino a 10 anni di carcere. La comunità Lgbt piange lacrime di gioia
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Oggi in India, e in tutto il mondo, è un giorno di festa. L’omosessualità non sarà più un reato grazie ad una decisione storica della Corte suprema indiana, che ha cancellato la sezione 377 del Codice penale indiano, che da 157 anni puniva l’omosessualità considerandola "un’offesa contro natura". Fino ad ora, essere gay in India, costava fino a 10 anni di prigione. Il collegio indiano, composto da 5 giudici, è presieduto da Dipak Misra, il quale, illustrando il verdetto, ha affermato che «criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile».
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Hanno lottato anni ed anni gli attivisti civili indiani, le associazioni e tutte le comunità gay internazionali che oggi esultano. La comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), della più popolosa democrazia del mondo, piange lacrime di gioia. Un’analoga decisione, dell’Alta corte di Delhi del 2009, era stata cancellata dalla stessa corte nel 2013, per poi tornare in agenda nel 2017, senza ottenere risultati.