Madrid, luglio 1973. Una giovane incinta, Pilar, viene ricoverata nella clinica Santa Cristina per dare alla luce sua figlia. Dopo il parto, però, le dicono che la piccola è deceduta a causa di complicazioni. In realtà, come riportano i quotidiani spagnoli, la neonata è stata sottratta ai genitori ed è stata affidata ad altra famiglia. È un caso di “Bebè robada” emerso dopo 45 anni.

Nonostante lo shock ed i dubbi, Pilar non cercherà mai la figlia, credendola morta. Sarà una telefonata anonima a riportare a galla la verità. Ana Belèn Pintado, ormai 45enne, scopre che la sua mamma biologica, originaria di Avila, è viva e decide di telefonarle: «All'inizio, quando l'ho contattata - ha raccontato Ana Belèn - è rimasta sorpresa e un po’ confusa e dopo aver parlato per un po' ha riattaccato il telefono per poi richiamare».

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L'incontro tra le due è avvenuto ad Aranjuez. L’anziana non poteva crederci: «Mi misero per un attimo la bimba in braccio, poi mi sedarono e quando mi risvegliai mi dissero che era morta». Identica notizia, era stata comunicata al padre biologico. Una storia a lieto fine per l’intero nucleo familiare. Ana Pilàr, che pensava di essere figlia unica, ha scoperto anche di avere tre fratelli maggiori.