Sono 20 i Paesi dell'Ue coinvolti nella decisione di Mosca. Intanto avviati formalmente i negoziati di adesione dell'Ucraina all'Unione
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La Russia ha deciso di bloccare l'accesso ai siti web di 81 mezzi di informazione europei, tra cui quelli degli italiani Repubblica, Stampa, La7 e Rai, in risposta alla decisione presa dal Consiglio dell'Ue il 17 maggio di vietare le attività in Europa di quattro media russi.
Il decreto, annunciato dal ministero degli Esteri russo ed entrato in vigore oggi, «limita l'accesso dal territorio della Federazione russa alle risorse radiotelevisive di una serie di media degli Stati membri dell'Unione europea e di operatori di media europei che diffondono sistematicamente false informazioni sullo svolgimento dell'operazione militare speciale», si legge in una nota di Mosca.
Quali sono i media bloccati
L'elenco dei media comprende, come riporta Agi, testate di circa 20 Paesi dell'Ue: oltre ai media italiani, il divieto riguarderà l'austriaca Orf, il portale ungherese 444, i giornali tedeschi Der Spiegel, Die Zeit e Frankfurter Allgemeine Zeitung, i giornali spagnoli El Mundo, El Pais, l'agenzia Efe, i francesi Le Monde, Libération, La Croix, L'Express, Radio France, Agence France-Presse, LCI, CNews e Arte. E ancora Politico, Euobserver e altri.
Il 15 maggio scorso la commissaria europea per la trasparenza, Vera Jourova, aveva annunciato che «quattro reti di propaganda legate al Cremlino» erano state aggiunte all'elenco delle sanzioni: Voice of Europe, RIA Novosti, Izvestia e Rossiskaya Gazeta. La Ue aveva anche annunciato il divieto di finanziamenti russi ai media dell'UE, alle organizzazioni non governative e ai partiti politici. E dal fronte Ue intanto è arrivata anche la notizia dell'avvio formale dei negoziati di adesione di Kiev all'Unione: sia i vertici europei che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, hanno definito "storico" il via libera alla trattativa. In dissenso l'Ungheria di Viktor Orban, secondo cui l'Ucraina non ha i requisiti per aderire all'Ue.