Il presidente della Corea del Sud ha dichiarato la legge marziale d'emergenza. Yoon Suk Yeol ha affermato che la misura è necessaria per proteggere il Paese dalle «forze comuniste».

«Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato... dichiaro con la presente la legge marziale di emergenza», ha affermato in un discorso trasmesso in diretta televisiva alla nazione.

Maggioranza e opposizione sono unite nel condannare la legge marziale. Han Dong-hoon, il capo del People Power Party al potere a Seul, ha definito «sbagliata» la mossa e ha assicurato che «la bloccherà» con il sostegno della gente, in base a una nota diffusa a stretto giro dal messaggio tv di Yoon. Dello stesso tenore la risposta del Partito democratico, forza principale d'opposizione, che ha parlato di azione «incostituzionale», chiamando una convocazione d'urgenza dell'Assemblea nazionale, il parlamento di Seul.

Il presidente ha accusato l'opposizione di attività «contro lo Stato». Nel suo inatteso messaggio tv in tarda serata alla nazione, Yoon ha detto che la legge marziale di emergenza era un passo necessario per proteggere il Paese dalle «forze comuniste» durante le dispute parlamentari su una proposta di bilancio. «Senza riguardo per i mezzi di sostentamento del popolo, il partito di opposizione ha paralizzato il governo solo per il bene dell'impeachment, di indagini speciali e per proteggere il loro leader dalla giustizia», ha aggiunto.

La mossa a sorpresa di Yoon è maturata mentre in Parlamento il People Power Party, al potere a Seul, e la principale forza d'opposizione, il Partito democratico, continuano a litigare con estrema durezza sulla proposta di bilancio per il 2025: uno scontro teso ma non al punto da lasciar immaginare una mossa draconiana come la legge marziale che rimanda ai decenni passati e al periodo buio della lunga dittatura militare. La scorsa settimana i parlamentari dell'opposizione hanno approvato un piano di bilancio notevolmente ridimensionato durante i lavori nella commissione parlamentare competente sul budget. «La nostra Assemblea nazionale è diventata un rifugio per criminali, una tana di dittatura legislativa che cerca di paralizzare i sistemi giudiziari e amministrativi e di sovvertire il nostro ordine democratico liberale», ha affermato Yoon. Il presidente ha attaccato i deputati dell'opposizione accusati di aver tagliato «tutti i bilanci essenziali per le funzioni principali della nazione, come la lotta ai reati di droga e il mantenimento della sicurezza pubblica, trasformando il Paese in un paradiso della droga e in uno stato di caos per la sicurezza pubblica».

Yoon ha rincarato le sue accuse etichettando l'opposizione, che detiene il controllo del Parlamento monocamerale di 300 seggi, come «forze anti-Stato intenzionate a rovesciare gli assetti democratici», definendo la decisione della legge marziale come «inevitabile» a tutela della nazione. «Riporterò il Paese alla normalità sbarazzandomi delle forze anti-Stato il prima possibile», ha minacciato Yoon nel suo intervento televisivo.

Al bando le attività di Parlamento e partiti politici

Il capo dell'esercito Park An-su è stato nominato comandante della legge marziale dichiarata in tarda serata dal presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol. Lo riferisce la Yonhap, secondo cui Park ha disposto i primi provvedimenti mettendo al bando le attività parlamentari e dei partiti politici.