Da Kkr arriva una manifestazione di interesse "non vincolante" e qualificata dal fondo come "amichevole" per il 100% di Tim che prevede indicativamente un prezzo di 0,505 euro per azione ordinaria o risparmio. Lo rende noto la stessa società di telecomunicazione in una nota al termine del Consiglio d'amministrazione, riunito oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, che «ha preso atto della intenzione di Kohlberg Kravis Roberts Co. (Kkr) allo stato 'non vincolante e indicativa' di effettuare una possibile operazione sulle azioni di Tim attraverso un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni ordinarie e di risparmio della società, volta al delisting».

«Aspira a ottenere il gradimento degli amministratori della società e il supporto del management», spiegano. «La manifestazione d'Interesse, come detto non vincolante e basata su informazioni di pubblico dominio, sarebbe soggetta alla condizione del raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie», ossia ordinarie e di risparmio, sottolinea ancora l'operatore di telecomunicazione.

Tim viene valutata intorno ai 11 miliardi di euro. Al 17 novembre, infatti, secondo quanto emerge dai dati della Consob, il capitale sociale di Tim era pari a 21.357.258.195 azioni. L'offerta di Kkr sul 100% quindi valuterebbe la società a 10,785 miliardi di euro, circa il 45,74% in più rispetto al valore del titolo Tim alla chiusura mercoledì in borsa. Il titolo si attestava a 0,3465 euro il che equivale per il 100% a circa 7,4 miliardi di euro.

La manifestazione di interesse di Kkr per il 100% di Tim «è, allo stato, condizionata tra l’altro allo svolgimento di una due diligence confirmatoria di durata stimata in quattro settimane, nonché al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti (key government stakeholders –la società è soggetta ai poteri speciali, cosiddetto Golden Power, dell’Autorità di Governo)».

Tim vola in Borsa

Intanto la proposta d'acquisto mette le ali a Tim in Borsa.

Il titolo, in tensione già in preapertura, è entrato agli scambi in leggero ritardo dove ha segnato un massimo a 0,45 euro (+29%) per poi assestarsi, dopo assere finito per un breve lasso di tempo in asta di volatilità, a 0,42 euro con un rialzo di oltre il 21% e scambi boom.

Si tratta di una quotazione, per il gruppo telefonico, a metà strada fra 0,34 euro, segnato in chiusura di seduta venerdì quando il titolo si era risvegliato con un guadagno del 3,65%, e 0,505 euro messi sul piatto per un'opa da Kkr.

Beneficia del cambiamento di scenario anche il socio di riferimento di Tim: Vivendi a Parigi guadagna il 2,99% a 11,38 euro ai massimi da due mesi.

Mef: «Notizia positiva per il Paese»

«Il Governo prende atto dell'interesse per Tim manifestato da investitori istituzionali qualificati». Lo afferma il Ministero dell'economia e delle finanze in una nota, in cui aggiunge: «L'interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto»

«Tim è il maggiore operatore di telefonia del Paese. È anche la società che detiene la parte più rilevante dell'infrastruttura di telecomunicazione. Il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all'esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l'infrastruttura», prosegue il Mef, che chiarisce: «L'obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell'occupazione».

Il ruolo dei sindacati

Nel frattempo in Telecom Italia aumenta la pressione del consiglio sull'amministratore delegato, Luigi Gubitosi. Undici dei quindici consiglieri del gruppo telefonico hanno scritto al presidente Salvatore Rossi chiedendo la convocazione di un nuovo cda straordinario per discutere della situazione del gruppo e delle strategie.

Non si tratta delle sole lettere (le missive sono state più d'una) ricevute da Rossi: anche i sindaci hanno espresso preoccupazione per il trend dei conti, che scontano due profit warning in quattro mesi e che hanno costretto S&P a tagliare a BB il rating del gruppo telefonico, ormai sempre più lontano dall'investment grade. Rossi ha convocato il cda per venerdì 26 novembre. Si tratta del secondo consiglio in due settimane, dopo quello dell'11 novembre chiesto dai consiglieri espressione di Vivendi, primo azionista del gruppo italiano e principale sponsor della necessità di un avvicendamento al vertice di Tim. All'ordine del giorno non figura il tema della governance ma si parlerà di "organizzazione" e "strategia", così come era stato nel consiglio dell'11, nel corso del quale era stato esaminato «il difficile contesto di mercato e le sfide che attendono la società» e «definito il percorso per la preparazione e condivisione del Piano Strategico» al 2024.

Il problema occupazionale

Le tensioni che scuotono Tim provocano la dura reazione dei sindacati, che se la prendono con il governo, accusato di aver contribuito alle difficoltà del gruppo mettendo nel congelatore il progetto della rete unica (che sconta anche l'ostilità dell'Europa), e con un azionista, Vivendi, che punta «a ribaltare la Governance aziendale, anziché lavorare ad un piano industriale di sviluppo», ha detto il segretario della Fistel-Cisl, Vito Vitale. «Un'azienda che aveva basato il proprio piano di rilancio industriale su un progetto infrastrutturale condiviso dal Governo vede ora rimesso tutto in discussione per il repentino e ad oggi tutt'altro che chiaro cambio di impostazione dell'Esecutivo. C'è in gioco la tenuta occupazionale di Tim con il rischio di migliaia di esuberi e la tenuta di tutto il settore Tlc», hanno scritto Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil al ministro, Giancarlo Giorgetti, minacciando le mobilitazioni "più opportune", incluso lo sciopero, se non dovesse arrivare una convocazione "ad horas" al Mise.