In vetta alla classifica ci sono gli eredi di Leonardo del Vecchio, fondatore di Luxottica, gli stilisti Giorgio Armani e Miuccia Prada, Piero Ferrari
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Cresce il numero dei miliardari in Italia, ma soprattutto cresce – ancora più velocemente – il loro patrimonio. I dati del rapporto Ubs sui super-ricchi mostra infatti come in un anno, dal 2023 al 2024, il numero di italiani con un patrimonio superiore al miliardo di dollari sia salito di 6 unità, passando da 56 a 62, pari a un incremento di circa il 10%.
Nello stesso arco di tempo però il loro patrimonio è salito da 162,3 a 199,8 miliardi di dollari, con una crescita del 23,1%, fra le più alte in Europa (in Germania e nel Regno Unito, ad esempio è stata “solo” del 10%).
Ma quello che impressiona di più è la quantità di valore che questi “paperoni” hanno accumulato rispetto alla ricchezza nazionale: su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, in pratica in Italia c'è un miliardario ogni milione di persone, ma con 200 miliardi di ricchezza, il loro patrimonio “vale” l'8,4% del Pil (che per il 2024 l'Fmi stima in 2308 miliardi di dollari). Va detto che tale concentrazione non è un unicum: i 46 fortunati miliardari francesi (-16 rispetto all'Italia) hanno una ricchezza quasi tripla (576,5 miliardi di dollari) ovvero il 18% del Pil di Parigi.
I miliardari nel mondo
Il quadro che emerge dal rapporto mostra come questa crescita di ricchezza sia stata nettamente superiore a quella del valore delle borse mondiali: fra il 2015 e il 2024 infatti, a titolo di confronto, l'indice MSCI AC World ha registrato un guadagno percentuale di circa il 73%.
Questo accumulo di ricchezza in realtà si è consumato soprattutto fra il 2015 e il 2020, quando la cresciuta degli asset dei paperoni mondiali è aumentata a un tasso annuo del 10%. Da allora l'aumento è stato dell'1% medio, ma il dato – spiega Ubs –maschera andamenti differenti. Negli Stati Uniti, nell'area Emea e in alcune parti dell'Asia, in particolare in India (dove il patrimonio è salito a 905 miliardi) la crescita è stata più forte, mentre le difficoltà della Cina hanno impattato sui patrimoni dei nuovi miliardari (+20% anno fra 2015 e 2020, quindi in calo continuo, 'perdendo' 300 miliardi di dollari).
La banca svizzera “assolve” i super-richi spiegando, cifre alla mano, che le poche migliaia di miliardari hanno creato molto più valore per la società negli ultimi 10 anni di quanto non abbiano creato per sé stessi. Secondo William Nordhaus, economista Usa premio Nobel, il 98% del valore di un'innovazione va alla società e il 2% all'innovatore o all'imprenditore. Il dato è significativo visto che la maggior parte dei miliardari sono imprenditori 'di prima generazione': in pratica nel 2024, 1.877 miliardari sono self-made-man e 805 appartengono a dinastie benestanti.
In che settore lavorano i miliardari
Il settore più “sfortunato” – relativamente parlando – è quello dell'immobiliare con un aumento della ricchezza da 534 miliardi nel 2015 a 692,3 miliardi di dollari nel 2024. Anche in questo ristretto “villaggio” comunque ci sono quelli più ricchi di altri: il patrimonio dei super-miliardari, ovvero i primi 100 della classifica, rappresenta il 36% del totale. Di questi 100, in Nord America vivono 43, 21 in Europa occidentale e 15 nel Sud-est asiatico.
In ogni caso, quali che siano le origini delle loro fortune, i miliardari non sono necessariamente legati alla terra di origine, anzi, dopo la pandemia hanno accelerato i loro spostamenti: dal 2020 uno su 15 si è trasferito all'estero, alla ricerca di più sicurezza personale, strutture sanitarie e scolastiche migliori. L'impatto di queste “migrazioni” – spiega Ubs – è forte anche sul fronte fiscale: infatti laddove i paesi emergenti pagheranno un record di 400 miliardi di dollari per il servizio del debito estero quest'anno, molti dei “loro” miliardari si stanno trasferendo in paesi dal fisco amichevole come Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Singapore e Stati Uniti.
I miliardari italiani
«C’è sempre Giovanni Ferrero in testa alla classifica dei miliardari italiani. L’imprenditore piemontese dei dolci ha un patrimonio di 43,8 miliardi di dollari, il più alto che Forbes gli abbia mai attribuito. È la 26esima persona più ricca del mondo –scrivono sul magazine economico – e la quarta più ricca d’Europa, dopo che il suo gruppo ha chiuso l’esercizio 2022/23 con un record di ricavi (17 miliardi di euro). Per la prima volta dalla morte di Leonardo Del Vecchio, però, ha un rivale. Al secondo posto c’è Andrea Pignataro, il fondatore di Ion Group, che ha un patrimonio di 27,5 miliardi di dollari. Pignataro, bolognese, è un ex trader di Salomon Brothers. Negli ultimi 20 anni, con il suo gruppo ha acquistato più di 30 aziende nel campo dei dati e delle tecnologie finanziarie, senza portarne in Borsa nemmeno una. Entra in classifica per la prima volta quest’anno ed è in assoluto il più ricco tra i 265 nuovi miliardari del 2024. A completare il podio è Giorgio Armani – riporta ancora Forbes –che ha un patrimonio di 11,3 miliardi di dollari. Al quarto posto c’è un altro nome nuovo: Giancarlo Devasini, direttore finanziario e principale azionista di Tether, l’azienda che ha creato una delle principali stablecoin al mondo (cioè criptovalute il cui valore è ancorato a quello di un altro asset). Devasini ha un patrimonio di 9,2 miliardi di dollari e precede Piero Ferrari (8,6 miliardi), che possiede circa il 10% della casa automobilistica fondata dal padre, Enzo. Al sesto posto – e scritto ancora su Forbes – con 7,6 miliardi, c’è la prima donna, Massimiliana Landini Aleotti, che assieme ai figli ha ereditato l’azienda farmaceutica Menarini dal marito, Alberto Aleotti. Alle sue spalle Sergio Stevanato (7 miliardi), presidente di Stevanato Group, uno dei primi gruppi mondiali di packaging per l’industria farmaceutica e di cartucce per l’insulina. Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, marito e moglie, sono appaiati all’ottavo posto, con 6,4 miliardi di dollari. Un altro pari merito completa le prime dieci posizioni: quello tra i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca (5,6 miliardi), eredi di Techint, la multinazionale fondata dal nonno, che spazia dall’impiantistica alla siderurgia, dall’ingegneria alla sanità».