Il democrat Andrea Frailis viene eletto a Cagliari al posto del dimissionario Andrea Mura, il velista cinquestelle che ha lasciato Montecitorio dopo le polemiche sul suo assenteismo record
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Si sa, una rondine non fa primavera, e nel Pd ce ne vorrebbe uno stormo colossale per annunciare la rinascita dopo l’inverno politico che ancora l’assedia. Eppure, la vittoria a Cagliari del democrat Andrea Frailis, 62 anni, noto giornalista di un emittente locale e candidato del centrosinistra nelle elezioni suppletive alla Camera per sostituire il dimissionario Andrea Mura (M5s), è comunque una rondine, anche se il suo volo è sostenuto da appena il 15,56 per cento dell’elettorato. Altissimo, infatti, è stato l’astensionismo: su 251mila cittadini aventi diritto al voto, soltanto 31mila hanno deciso di recarsi alle urne, pari al 15 per cento contro un’affluenza del 67 per cento delle politiche di marzo.
Alla fine Frailis l’ha spuntata con il 40,46 per cento di preferenze, distanziando di molto sia il candidato cinquestelle, Luca Caschili, che la candidata del centrodestra Daniela Noli, che hanno incassato rispettivamente il 29 e il 28 per cento dei voti. E questo nonostante gli sconfitti abbiano potuto contare sul sostegno dei big, a cominciare dai ministri Lugi Di Maio e Matteo Salvini, che in Sardegna ci sono andati per tirare la volta in vista della consultazione di ieri.
Ovvio, dunque, che quanto successo solleciti molte riflessioni e apra la strada alle speculazioni di chi vede in questa mini-tornata elettorale un segnale preoccupante per la tenuta del consenso gialloverde. Al di là di tutte le possibili considerazioni, è un fatto che il centrosinistra abbia soffiato un deputato alle forze politiche di governo in un momento in cui le continue espulsioni dai gruppi parlamentari dei Cinquestelle hanno ridotto i numeri della maggioranza.
Sull’esito della tornata, probabilmente, ha pesato anche lo sviluppo della vicenda che ha portato alle dimissioni di Mura, velista di fama internazionale eletto con il M5s, che però in Parlamento non ci ha quasi mai messo piede, partecipando soltanto a 8 votazioni su 470, quelle che si sono tenute prima che, travolto dalle polemiche per il suo assenteismo record, fosse espulso dal gruppo pentastellato alla fine di luglio. Qualche giorno dopo, rinunciò a entrare nel gruppo misto e rassegnò le dimissioni da parlamentare con una durissima lettera indirizzata al presidente della Camera, Roberto Fico, con la quale denunciava il linciaggio mediatico che avrebbe subito.
È anche grazie alle grane altrui, quindi, se oggi il Pd può accennare un mezzo sorriso dopo mesi di labbra strette e sperare che il detto popolare sui falsi annunci di primavera venga smentito. Non ci sarà da aspettare molto per capire se si è trattato di un caso isolato o di una ripresina dopo la pesantissima recessione di consensi innescata dalle politiche del marzo scorso. In Sardegna, infatti, si vota per le regionali tra un mese, il 24 febbraio. In corsa ci sono sette candidati e il Partito democratico sosterrà Massimo Zedda, attuale sindaco di Cagliari, che guiderà una coalizione di centrosinistra.