L’arcivescovo, acerrimo nemico del Santo Padre, ha presentato un documentazione pubblicata tempo fa ma a provare i fatti contestati non ci sarebbe alcun indizio né riscontro
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Papa Francesco si è espresso su diverse tematiche durante la conferenza stampa nel suo ritorno in Italia, dal suo viaggio in Irlanda. Tra i diversi argomenti sui quali si è soffermato, gli abusi compiuti su donne e minori da parte della chiesa, in particolar modo ha risposto alle denigrazioni, stilate in un dossier, e a lui rivolte, in merito ad un caso di pedofilia messe nero su bianco dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò.
Le accuse di Viganò
L’arcivescovo Viganò, rappresentante e diplomatico della Santa Sede negli Stati Uniti, dal 2011 al 2016, ha accusato Papa Francesco di essere stato a conoscenza, per anni, degli abusi sessuali commessi da un cardinale statunitense, Theodore McCarrick, e di non avere fatto nulla per fermarlo. L’arcivescovo ha formulato le accuse in un dossier pubblicato tempo fa ma senza portare prove a loro sostegno. Le sue affermazioni, smentite da alcune delle persone coinvolte nella vicenda, sono state pubblicate da molti siti cattolici di orientamento conservatore.
La risposta di Bergoglio
«Leggete voi attentamente e fatevi un giudizio – afferma Papa Francesco dal canto suo in merito alla lettera di Viganò - io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parli da sé. Avete la capacità giornalistica per fare le conclusioni. È un atto di fiducia in voi. Vorrei che la vostra maturità professionale facesse questo lavoro».
Le accuse
Secondo le accuse, il Papa era informato fin dal 2013 delle accuse contro il cardinale di Boston, costretto a dimettersi un mese fa dopo la pubblicazione dei risultati di una recente inchiesta interna sugli abusi che aveva commesso nei confronti di alcuni minori. A informare il Papa sarebbe stato lo stesso Viganò, all’epoca nunzio apostolico, cioè ambasciatore del Vaticano negli Stati Uniti. Viganò avrebbe scritto anche ad altri esponenti della alte gerarchie vaticane, ricordando loro che McCarrick era stato sanzionato dal precedente pontefice, Benedetto XVI, che gli aveva proibito di viaggiare all’estero e di celebrare messa. Viganò sostiene di non aver mai ricevuto risposta.
Accuse non provate. Dossier Viganò si commenta da sè
«Le accuse fatte da Viganò non sono provate, non esistono tracce pubbliche delle sanzioni ricevute da McCarrick, che – nonostante quello che scrive Viganò – continuò regolarmente a celebrare messa e a viaggiare all’estero».
Viganò è da molto tempo un avversario di Papa Francesco e un alleato dei circoli conservatori che osteggiano la sua linea pastorale.
Papa Bergoglio, in merito ai crimini di pedofilia commessi dal clero, durante la conferenza stampa ha affermato che «se ci sono sospetti o prove, o mezze prove, non vedo niente di cattivo fare un’indagine, sempre che si faccia sul principio giuridico fondamentale che nessuno è cattivo se non si prova».
Il caso di Granada
Il Papa ha citato, in merito alle accuse di pedofilia, il caso di Granada, dove un gruppo di preti è stato accusato da un giovane, ma poi scagionato dalla giustizia. «Quei preti erano stati condannati dai media prima del giudizio - ha spiegato il Pontefice.
«Sono stati giudicati parecchi vescovi, l’ultimo caso è quello dell’arcivescovo di Guam (accusato a maggio scorso di pedofilia, per aver commesso abusi su minori e di conseguenza messo sotto processo in Vaticano) - ha concluso Bergoglio. Ho fatto una commissione di canonisti che mi aiutano. È un caso complicato ma non difficilissimo perché le evidenze sono chiarissime. Giudicherò poi».
Paula Scalamogna