Conte: «Disponibili al dialogo ma non firmiamo cambiali in bianco». Il leader leghista telefona a Berlusconi e intanto Letta e Di Maio si dicono pronti a chiedere una verifica di maggioranza (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Con le medesime lineari, coerenti motivazioni» di quanto fatto alla Camera, al Senato «non parteciperemo al voto». Con queste parole Giuseppe Conte, leader del M5s, ha illustrato la posizione del Movimento in vista del voto sul decreto Aiuti, annunciando l'Aventino parlamentare sul dl e chiedendo «un cambio di passo del governo».
«Draghi - ha detto Conte - ha annunciato un corposo decreto a fine luglio, questo è uno snodo politico importante, ammette indirettamente quello che il M5s diceva da tempo, che gli aiuti stanziati non sono sufficienti. Sono una soluzione tampone. Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto a fine mese, e questo lo si deve al Movimento 5 stelle». «Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco», ha aggiunto.
Meloni e Salvini: «Elezioni subito»
Immediata la reazione di Meloni e Salvini. Lapidaria la leader di Fratelli d'Italia: «Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo 'dei migliori' è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito».
Fonti del Carroccio fanno poi sapere che «se i 5 stelle escono dall'Aula, la maggioranza non c'è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani». In serata telefonata tra Salvini e Berlusconi per commentare la situazione politica e ribadire «piena sintonia».
Di Maio e Letta chiedono verifica di maggioranza
Di Maio si scaglia contro gli ex compagni di Movimento e afferma: «Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, è doverosa una verifica di maggioranza. Una crisi di governo nel bel mezzo di una guerra è un chiaro atto di irresponsabilità, così si condanna il Paese al baratro».
E una verifica di maggioranza è quanto chiesto anche dal segretario Pd Enrico Letta, per capire se una maggioranza c’è ancora oppure no. La decisione dei 5 stelle, dal punto di vista dei dem, rimette in discussione molte cose. E nel caso la fiducia venisse meno, per il Pd, come già detto da Letta davanti ai gruppi, la conseguenza logica sarebbero le elezioni.