Dopo le frasi del generale sulla creazione di aule riservate ai soli alunni con disabilità, arriva la proposta di Nico Acampora che aggiunge: «Parli invece dello Stato assente che non investe nella scuola e lascia questi ragazzi allo sbando»
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Dopo le sue esternazioni sulle classi differenziate che lo Stato dovrebbe riservare alle persone disabili, il fondatore di PizzAut Nico Acampora ha deciso di invitare a cena nel locale milanese gestito da ragazzi autistici il generale Roberto Vannacci. In quello stesso locale in cui nei giorni scorsi è stato ospite il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, al quale è stata dedicata una pizza.
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Non si tratta di una ammiccante strizzatina d’occhio per farsi un po’ di pubblicità. Tutt’altro. Acampora è impegnato da anni nel recuperare attraverso le sue mille attività gli esclusi, ragazzi portatori di handicap, autistici. Non per nulla ha fondato la sua catena di pizzerie aiutando soprattutto questi ultimi, per dare loro una possibilità di inserimento e di ‘guarigione’ sociale. «Vannacci e le sue classi differenziate? Lo invito a mangiare da noi per vedere l’inclusione vera. Parli invece dello Stato assente che non investe nella scuola e lascia questi ragazzi allo sbando in classi che non aiutano all’inserimento, oltre che all’apprendimento».
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E proprio il giorno dei lavoratori, 1° maggio, Acampora, con indosso il suo tradizionale grembiule rosso su cui troneggia la scritta Vietato calpestare i sogni, ha festeggiato con l’assunzioni a tempo pieno e indeterminato di due persone disabili che dice fieramente: «Pagano le tasse e anche gli stipendi di chi ci governa». Nella catena di pizzerie attualmente lavorano 41 persone autistiche. «Se Vannacci volesse passare da noi prima delle elezioni europee - dice il titolare di PizzAut - potrebbe accorgersi di quanto è potente l’inclusione vera. Perché se la scuola italiana ha problemi a trovare insegnanti di sostegno, uno Stato degno di questo nome deve trovare il modo per risolverli: la soluzione non è nascondere le persone disabili e autistiche». Continua a leggere su LaCity Mag