La legge Zan naufraga per un pugno di voti. L'aula del Senato ha approvato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due astenuti la cosiddetta “tagliola”, ossia la richiesta di Lega e Fratelli d’Italia di non passare all'esame degli articoli del ddl per il contrasto all’omotransfobia. Sedici senatori mancano all'appello del centrosinistra e il sospetto cade sui renziani.

Si blocca dunque l'iter in Senato della proposta di legge, che era stata già approvata dalla Camera.  La presidente del Senato Elisabetta Casellati in mattinata aveva dichiarato ammissibili le richieste di voto segreto presentate da Lega e Fdi sul ddl Zan. La Casellati aveva accettato la richiesta del non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan in base al Regolamento e in base ai precedenti, come ha spiegato: «Ci sono due proposte di non passaggio agli articoli a firma Calderoli e La Russa: il presidente ritiene ammissibili queste due richieste di votazione segrete in base al regolamento e ai precedenti».

«Non si usi un trucco procedurale per sfuggire al confronto, non si mandi la legge al macero», era stato l'appello di Gabriele Piazzoni, segretario generale dell’Arcigay.

Diverse le proteste nel corso della seduta. Diversi senatori del Movimento 5 Stelle hanno duramente contestato la scelta di Casellati di procedere con il voto segreto. Ma la presidente ha chiarito: «Sono stata chiamata a decidere sulla richiesta di una votazione segreta. È una questione puramente giuridica, non a caso ho fatto riferimento al regolamento e ai precedenti».

Il relatore del Pd Alessandro Zan stamattina si era detto ottimista: «Sono convinto che Italia viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola, sono abbastanza tranquillo che questa operazione della Lega non passerà». Ma così non è stato. 

Mentre il forzista Elio Vito, come aveva già annunciato, ha lasciato il suo incarico di responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia, «dopo che è stato annunciato al Senato il nostro voto favorevole al non passaggio agli articoli del ddl Zan». In mattinata aveva detto: «La cronaca di questi mesi è purtroppo piena di episodi di violenza ai danni di persone Lgbt, picchiati perché camminavano mano nella mano, si baciavano, portavano una borsa arcobaleno. Per questo se Fi dovesse votare il non passaggio agli articoli del ddl Zan, una legge che contrasta proprio odio, discriminazioni e violenze, a malincuore, ma per coerenza, non potrei più mantenere l'incarico affidatomi da Berlusconi».