Aveva 61 anni Antonio D’Acci, macchinista eroe che ieri è riuscito a mettere in salvo gli 87 passeggeri della linea Pescara-Roma mentre aveva un infarto. L’uomo, originario di Foggia ma residente a Termoli, in provincia di Campobasso, ha accusato i sintomi quando si trovava alla guida del treno regionale 4193 Pescara-Sulmona.

Prima di morire, D’Acci ha trovato la forza di frenare e fermare la corsa del convoglio in piena campagna, circa a metà percorso, salvando così la vita dei viaggiatori a bordo.

Sul posto sono arrivati il capotreno e il personale di bordo, a cui si è aggiunto poi il personale sanitario del 118 che ha provato a rianimarlo, ma inutilmente. Per ore la tratta è rimasta bloccata.

Antonio D'Acci, detto Tonino, era sposato e aveva una figlia. Era alla soglia della pensione.

Tanti i messaggi di cordoglio da parte di colleghe e colleghi sui social network, subito dopo la notizia della morte. In uno di questi, postato su una pagina Facebook, si legge: «Cari colleghi, vi invito a riflettere. I politici, i dirigenti, i sindacalisti di una volta non per niente decisero che il lavoro di macchinista era usurante e che il limite pensionabile era a 58 anni. Caro Antonio che la terra ti sia lieve, porgo le più sentite condoglianze alla famiglia ed anche a tutta la famiglia dei ferrovieri d'Italia».

Sulla tragedia si è espressa anche la Filt Cgil nazionale, il sindacato dei trasporti: «Con profondo cordoglio abbiamo appreso della scomparsa di Antonio D'Acci, uno stimato macchinista. In questo momento di lutto e di dolore ci uniamo alla sofferenza della famiglia a cui esprimiamo le nostre più sentite condoglianze a nome anche di tutti i ferrovieri».