D'accordo Unione Europea e Nato. Continua a essere contraria la posizione dell'Italia
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La Germania autorizza gli ucraini a difendersi nel «rispetto del diritto internazionale» contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine. E questo «anche con le armi consegnate», anche quelle tedesche. Lo dice il portavoce del cancelliere Scholz, Steffen Hebestreit, in una nota.
«Le ucraine e gli ucraini combattono per il loro paese e le loro libertà. Molti paesi del mondo li sostengono in questo, politicamente, economicamente, con aiuti militari e armi. L'obiettivo è liberare il territorio ucraino e abbiamo concordato con l'Ucraina che le armi che forniamo saranno utilizzate in conformità al diritto internazionale», si legge nella nota della cancelleria. «Insieme ai nostri alleati più stretti e in stretto dialogo con il governo ucraino, stiamo adattando continuamente il nostro sostegno allo sviluppo della guerra».
Ue e Nato sono d'accordo, l'Italia no
L'Unione Europea e la Nato hanno dato il loro sostanziale via libera all'uso di armi fornite dall'Occidente per attacchi dell'Ucraina contro obiettivi nel territorio russo, una opzione che per l'Italia invece resta da evitare, almeno per le armi che fornisce Roma, giacché entra in conflitto con le limitazioni imposte dalla Costituzione.
«La competenza sulle restrizioni sulle armi dei Paesi membri in Ucraina è nazionale ma su una cosa siamo chiaro: l'Ucraina ha il legittimo diritto all'autodifesa e questo, secondo il diritto internazionale, include attacchi a installazioni militari fuori confine. L'Alto rappresentante lavora, come sempre, ad una posizione comune anche su questo dossier ma la decisione finale spetta ai Paesi membri», ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna Ue Peter Stano nel corso del briefing abituale della Commissione Ue.
Da parte sua, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che gli alleati si aspettano che l'uso delle armi fornite all'Ucraina contro la Russia, ovvero colpendo obiettivi militari al di là del confine, avvenga «in linea con il diritto internazionale e in modo responsabile».
Quanto al rischio di una escalation, il segretario atlantico ha precisato: «Ogni volta che abbiamo dato mezzi all'Ucraina Vladimir Putin ci ha minacciato, è stato così per i pezzi di artiglieria, i tank, i missili, gli F-16». «È la Russia che ha dato il via all'escalation, prima invadendo un altro Paese e ora aprendo il nuovo fronte a Kharkiv».
Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo, ha spiegato che «ogni Stato ha le sue leggi, la sua Costituzione. L'applicazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all'utilizzo delle armi che diamo all'Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell'Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. E' la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia».