In due ore e mezzo di requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Venezia, il pubblico ministero ha ricostruito la cronologia dei fatti per poi invocare il massimo della pena richiamando come aggravanti la premeditazione, la crudeltà e lo stalking
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Il pm di Venezia Andrea Petroni ha chiesto la condanna all'ergastolo per Filippo Turetta, al termine della requisitoria del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, davanti alla Corte d'Assise. Consegnando una memoria scritta, il pm in due ore e mezzo ha ricostruito prima la cronologia dei fatti, negando i possibili elementi difensivi.
In particolare ha sostenuto come Turetta più volte non abbia detto la verità, che abbia avuto tutte le possibilità di dirla e un'educazione tale da poter evitare il delitto. Per Turetta, ha aggiunto, anche per la giovane età ci sarà la possibilità di un'attenuazione futura.
Per il pubblico ministero, che ha chiesto l'ergastolo per l'omicidio volontario, sussistono tutte le aggravanti contestate: la premeditazione, la crudeltà e lo stalking. Nessun isolamento diurno, nella richiesta di Petroni. Una questione tecnica visto che gli altri due reati contestati (sequestro di persona e occultamento di cadavere) non comportano una pena superiore ai cinque anni.
Filippo Turetta ha assistito senza mostrare particolari emozioni, a testa bassa, alla requisitoria chiusa con la richiesta di ergastolo. In aula non era presente Gino Cecchettin, oggi impegnato con la Fondazione nata nel nome della figlia nella giornata contro la violenza sulle donne.
La requisitoria
Secondo il pm, l'omicidio di Giulia Cecchettin è l’ultimo atto del controllo esercitato sulla vittima dall’ex fidanzato. La manipolava e non ha mai pensato di suicidarsi.
La 22enne, ha detto Petroni durante uno dei passaggi salienti della requisitoria, è stata aggredita «in tre momenti diversi» da Turetta che ha agito con crudeltà e con un'azione omicidiaria di «almeno venti minuti».
Giulia è stata uccisa con 75 coltellate, 25 le ferite da difesa alle mani, mortali a quanto pare i colpi subiti alla nuca. «Non prendete questi dati come freddi, immaginate piuttosto cosa sia accaduto, cosa significa essere silenziati, la pressione sulla bocca, i 25 tagli sulle mani, lo scotch», ha detto il pm rivolgendosi alla giuria. Per il rappresentante della pubblica accusa è chiara la premeditazione, così come l'aggravante dello stalking «con le richieste ossessive di Turetta di stare sempre seduti vicino, di non uscire con tizio o caio, le sfuriate quando Giulia non risponde al telefono».
E ancora: «Ci sono dei principi di violenza fisica, ci sono le minacce di presentarsi quando s'incontra con le amiche. Giulia già ad ottobre del 2022 dichiara di avere paura, lo ribadisce a ottobre 2023 in un messaggio “mi spaventi, tu ti comporti come uno psicopatico, inizi a farmi paura”, c'è la crisi d'ansia all'università», ha concluso il pm.