VIDEO | Qualche settimana fa la parlamentare della Lega Elena Murelli fu protagonista di un attacco durissimo contro la maggioranza e definì l'aiuto di 600 euro «un'elemosina». Oggi fugge da cronisti e colleghi
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Qualche settimana fa urlava a Montecitorio contro i banchi del Governo: «Per tenervi le poltrone, importate il virus». Il tutto durante il suo intervento per sostenere una proposta di legge per l’istituzione di una giornata in memoria delle vittime del Covid. Parole tanto veementi da essere diventate virali sui social, con il video condiviso a palla dai militanti leghisti come se non ci fosse un domani. E invece un domani c’era.
Elena Murelli, 45 anni, deputata piacentina della Lega, è oggi tra i parlamentari sospettati di aver incassato il bonus di 600 euro riservato alle partite Iva, aiuto che nel suo intervento alla Camera definiva «un'elemosina».
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Con lei, un altro deputato del Carroccio, Andrea Dara, mantovano, 41 anni. Ad entrambi Salvini avrebbe imposto silenzio assoluto, costringendoli a spegnere i telefoni in attesa di vedere come uscire dal vespaio. Supposizioni che si rincorrono sulla stampa nazionale e si consolidano con il passare delle ore. Ma il silenzio prolungato dei due esponenti della Lega, senza un’ombra di smentita, rafforza l’ipotesi che siano tra i percettori dell’aiuto economico varato a suo tempo da Palazzo Chigi per aiutare i professionisti in difficoltà. Un provvedimento con maglie troppo larghe che ha permesso a oltre 4 milioni di italiani di incassare il sussidio, poi passato da 600 a 1.000 euro. Tanti, troppi beneficiari tra cui si è scoperto ci sono anche migliaia di presidenti, sindaci, assessori e consiglieri, sia regionali che comunali. Oltre, ovviamente, ai cinque deputati da cui lo scandalo è deflagrato e sulla cui identità l’Inps ha confermato il silenzio nel rispetto delle normative a tutela della privacy.