Un altro furbetto del bonus, un altro esponente della Lega. Si tratta della senatrice piemontese, Marzia Casolati, proprietaria di una storica gioielleria a Torino, che ha incassato il bonus di 1500 euro stanziato dalla Regione a favore delle attività economiche rimaste chiuse durante il lockdown.
«Dopo aver ascoltato e verificato la posizione, come per i precedenti casi, è stato preso il provvedimento della sospensione per la senatrice Marzia Casolati», ha reso noto il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. «Anche se non è stato commesso alcun illecito - precisa Romeo - e il contributo è stato già da tempo completamente restituito, non è opportuno che parlamentari accedano a questo tipo di sussidio. Il provvedimento è stato già accettato e condiviso dalla diretta interessata».

 

Eletta in Parlamento nel 2018 ma militante leghista da sempre, Casolati è solo l’ultima ad essere scivolata rovinosamente sulla buccia di banana degli aiuti economici erogati per far fronte alle conseguenze economiche più dirette della pandemia.
Prima di lei, sempre in casa Lega, è stata la volta dei due deputati Andrea Dara e Elena Murelli.

Tra i furbetti scoperti con le mani nel sacco, anche il consigliere regionale della Lombardia Alex Galizzi, di origini calabresi. E proprio della Lega Calabria avrebbe voluto fare il commissario, salvo poi essere scavalcato da Cristian Invernizzi.

Particolarmente emblematica la caduta di Murelli, che durante un suo recente intervento parlamentare aveva definito «un’elemosina» il bonus di 600 euro destinato ai possessori di Partita iva. Giudizio sprezzante che non le ha impedito, però, di incassarlo.

 

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