Fratturavano gambe e braccia per truffare le assicurazioni, inscenando così falsi incidenti anche per ottenere cifre irrisorie. I prescelti erano soprattutto donne e giovani, i soggetti ideali per ottenere risarcimenti più alti e tutte quelle persone che accettavano di farsi mutilare per ricevere un po’ di soldi. Le mutilazioni avvenivano colpendo con estrema violenza alcuni punti del corpo – utilizzando pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre - in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all'uso di stampelle e sedie a rotelle.

 

Almeno due le bande che a Palermo reclutavano disperati pronti a farsi ferire. Sono stati scoperti numerosissimi raggiri ai danni di compagnie assicurative. Le squadre mobili di Palermo e Trapani hanno arrestato 34 persone e altre 8 sono state bloccate dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e dalla polizia penitenziaria. Tra le persone coinvolte ci sono un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi incidenti, una praticante e alcuni periti assicurativi. Centinaia le persone indagate.

Tra le vittime persone indigenti

Dalle indagini è emerso che i membri dell’organizzazione reclutavano persone persone indigenti, approfittando della condizione di disagio in cui versavano. Gli ideatori individuavano luoghi senza telecamere, veicoli per inscenare gli incidenti e falsi testimoni e procedevano alle lesioni fisiche. Il tutto era supportato da medici compiacenti che firmavano perizie di parte; di centri fisioterapici che attestavano cure alle vittime mai effettivamente somministrate; di avvocati che gestivano le pratiche per i risarcimenti.

Importanti poi le dichiarazioni resa da alcuni degli arrestati che hanno deciso di collaborare e così è emerso che il fenomeno era ancora più esteso. Nel corso delle indagini alcune delle vittime dei falsi incidenti hanno iniziato a parlare fornendo altre preziose indicazioni.

Un maxi operazione, coordinata dai procuratori aggiunti Sergio Demontis ed Ennio Petrigni, per bloccare una lunga catena di orrori: sono circa sessanta le mutilazioni emerse nel corso delle intercettazioni. Mentre la rete dei complici si allargava sempre più: sono 250 gli indagati di questa inchiesta sulla maxitruffa alle assicurazioni.

 

Un uomo morto per le fratture multiple

C'è anche un morto tra le vittime dell'organizzazione criminale. Si tratta di un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, trovato morto su una strada alla periferia del capoluogo. All'extracomunitario sarebbero state somministrate dosi di Crack per evitare che si potesse sottrarre alle lesioni. La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un incidente stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple procurate all'uomo da appartenenti all'associazione criminale al fine di inscenare un finto incidente.

 

«Le truffe segno di un degrado morale»

«Sono dettagli agghiaccianti quelli emersi dall'indagine», dice il questore di Palermo Renato Cortese. «Segno di un grande degrado morale. Ora, speriamo che questa indagine possa essere il punto di partenza per verifiche in tutta Italia, perchè il sistema delle truffe pesava in maniera pesante sulle assicurazioni».