Riguardo l'inchiesta Camici che lo vede coinvolto, il governatore lombardo parla di ricostruzioni false e polemiche sterili: «Del negozio con l'azienda di mio cognato ho saputo solo il 12 maggio, gli ho chiesto io di rinunciare al pagamento»
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«Ho riflettuto molto sull'opportunità di intervenire in quest'aula, soprattutto per la preoccupazione di dare ulteriore cassa di risonanza a polemiche sterili, inutili, strumentali oltre che lesive della mia persona e del ruolo che ricopro. Ma alla fine ho deciso di essere qui non solo per affermare la verità dei fatti, ma anche per voltare pagina e affrontare con forza la volontà di andare oltre, affrontando un presente pieno di incognite e guardando alle sfide del futuro». Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha iniziato il suo intervento nell'aula del Consiglio regionale, dopo le indagini che lo vedono coinvolto per la fornitura di camici da parte della Dama spa, di cui è proprietario il cognato Andrea Dini.
Già qualche ora fa il governatore aveva annunciato con un post su Facebook di voler intervenire al Pirellone per «rispondere alle troppe false ricostruzioni create ad arte in queste settimane per danneggiare me e la giunta che presiedo per mero opportunismo politico». Anche ieri pomeriggio sui social, nell’informare sul fatto che la Lombardia per il terzo giorno consecutivo registrasse zero decessi, aveva scritto che avrebbe «desiderato, dopo mesi di sofferenze, occuparsi solo di queste buone notizie ma ci tocca dedicarci anche ad altro». Il riferimento è all’inchiesta che lo vede coinvolto e nell’ambito della quale deve rispondere dell’accusa di frode nelle pubbliche forniture.
«Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari» ha aggiunto Fontana oggi nel suo discorso in Consiglio regionale. «Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è quello qui illustrato, nulla di più né di meno, se non il fatto che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici». E ancora: «Dei rapporti negoziali a titolo oneroso tra Dama e la centrale di acquisti regionale Aria non ho saputo fino al 12 maggio scorso. Sono tutt'ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto ma ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni». E a quel punto avrebbe pensato di «partecipare personalmente a parte della copertura».
«A causa di tutti questi attacchi, Regione Lombardia ha subito un grave contraccolpo a livello di reputazione» determinando «un sentimento negativo» e «arrivando a mettere in discussione un'eccellenza, quella del sistema sanitario lombardo, riconosciuto a livello nazionale e internazionale», ha aggiunto Fontana, parlando degli attacchi politici alla Regione per la gestione dell'emergenza coronavirus, tra quelli relativi alla mancata istituzione della zona rossa nelle Bergamasca e alla realizzazione dell'ospedale Covid alla Fiera di Milano. «Ogni euro raccolto e speso da Regione Lombardia durante l'emergenza Coronavirus - ha concluso - ha una sua giustificazione, motivazione e una rendicontazione».