La cittadinanza italiana del calciatore uruguaiano Luis Suarez, promesso alla Juve, è stata ottenuta con una truffa. L'esame di conoscenza della lingua fatto dal Pistolero è stato «una farsa» con «previa consegna» dei contenuti della prova al calciatore, secondo la Procura di Perugia, che tuttavia non lo ha indagato. In un'intercettazione, l'incaricata della preparazione di Suarez disse però che «non spiccica na parola», ma passerà l'esame «perché con 10 milioni a stagione non glieli puoi far saltare». La Procura della Figc - pertanto - ha aperto un'inchiesta. Contestualmente, il capo della procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè, ha chiesto anche gli atti dell'indagine della magistratura ordinaria di Perugia.

L’esame del calciatore


Appena cinque giorni fa Luis Suarez, attaccante del Barcellona a lungo obiettivo della Juventus, aveva superato la prova d'italiano di livello B1 (quello intermedio) presso l'Università per Stranieri di Perugia dimostrando di «comprendere bene la lingua» disse ai giornalisti il professor Lorenzo Rocca che lo aveva appena esaminato, sottolineando che nel parlato «si fa capire».

«Non spiccia na parola»

«Non spiccica na parola, non coniuga i verbi», «parla all'infinito» diceva però il 12 settembre Stefania Spina, direttrice del Centro di valutazione e certificazione linguistica dell'Ateneo e docente del breve corso on-line seguito dal 'pistolero'. Non sapendo di essere intercettata dalla guardia di finanza. La procura perugina guidata da Raffaele Cantone ritiene infatti che quello di Suarez sia stato un "esame farsa" in una seduta fatta "ad hoc".

«Ma te pare che lo bocciamo?»

Stamani le fiamme gialle hanno perquisito gli uffici dell'Università per Stranieri. Tra gli indagati compaiono infatti la rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, Stefania Spina, Lorenzo Rocca e un'impiegata che predispose l'attestato per il calciatore. L'ipotesi investigativa è che gli argomenti oggetto della prova d'esame siano stati "preventivamente concordati" con il candidato, al quale il punteggio «è stato attribuito prima ancora dello svolgimento» si legge nella nota del procuratore Cantone. In modo tale - emerge dal decreto della procura perugina - da «blindare l'esito favorevole». «Ma te pare che lo bocciamo» un'altra delle frasi, intercettate, della professoressa Spina la quale ricorda poi che «con dieci milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1».

Suarez non risulta indagato

Il comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Perugia, colonnello Selvaggio Sarri (che non è parente dell'ex allenatore juventino pur avendo lo stesso cognome), ha quindi spiegato che è stata «la Juventus, attraverso il suo staff, a rivolgersi all'Università per Stranieri per sapere se ci fosse la possibilità di far svolgere a Suarez l'esame». Sottolineando che nessun appartenente al club piemontese è indagato. Il colonnello Sarri ha detto di «non sapere perché la Juventus si sia rivolta proprio alla Stranieri Perugia». «Dall'indagine sono comunque emersi - ha aggiunto - contatti tra lo staff juventino e i vertici dell'Ateneo che ha poi materialmente organizzato l'esame del calciatore. Perché lo ha fatto? Probabilmente per il ritorno d'immagine che sarebbe derivato».

 

Suarez intanto non risulta indagato e nell'indagine non sono coinvolti nemmeno persone del suo entourage. Quella emersa con le perquisizioni sarebbe comunque solo una parte dell'inchiesta in corso sulla quale stanno lavorando i magistrati di Perugia.