Si è svegliata dal suo riposino circondata dai corpi senza vita dei suoi piccoli compagni di scuola, e lì è rimasta, tra i cadaveri di bambini come lei, finché non l'hanno trovata i soccorritori increduli. Emmy, tre anni, è l'unica superstite della strage che è stata compiuta in un asilo thailandese dove 25 bambini piccoli sono stati massacrati a colpi di pistola e coltello da un ex poliziotto che poi si è suicidato, non prima però di aver sterminato anche la sua famiglia. 

La sorte di Emmy, scampata al suo carnefice, è l'unico lampo di luce nel buio assoluto della tragedia che si è consumata nel nord della Thailandia, in una cittadina della provincia di Nong Bua Lamphu, dove un uomo, Panaya Kamrab, ha fatto irruzione all’interno di un asilo nido uccidendo 35 persone, di cui 25 bambini. 

L'aggressore, dopo aver compiuto il massacro è fuggito con un'auto, investendo anche diversi pedoni. Infine ha ucciso la sua famiglia e poi si è tolto la vita. Aveva 34 anni ed era stato licenziato dalla polizia l'anno scorso per essere risultato positivo a un test-antidroga, scrivono i media thailandesi, aggiungendo che aveva un problema di dipendenza dalla metanfetamine.  

«Non aveva idea di cosa fosse successo quando ha aperto gli occhi», ha raccontato il nonno di Emmy alla Bbc, «pensava che tutti stessero ancora dormendo. Un poliziotto le ha coperto gli occhi con un fazzoletto e l’ha portata via da tutto quel sangue».

Il ritrovamento della piccola Emmy aveva fatto riaccendere tra i soccorritori la speranza di poter ritrovare vivo anche qualche altro bambino, ma i poliziotti hanno setacciato invano tutte le stanze. «Sono così felice che sia sopravvissuta», ha continuato il nonno, «l’ho abbracciata fortissimo quando l’ho rivista».

L’incredulità di aver ritrovato Emmy viva ha avvolto anche la mamma della piccola, tranquillizzata da una videochiamata con la figlia: «Dopo mi sono sentita davvero sollevata», ha confessato la donna ai giornalisti.