Nel mirino per non aver lasciato l'alloggio di servizio che le era stato assegnato quando era a capo della Difesa. Il suo partito, il M5S, va all’attacco: «Lasci l’appartamento»
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Continuano i problemi per l'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta. La Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo «a modello 45», ovvero senza indagati nè ipotesi di reato, dopo le notizie di stampa sull'appartamento di servizio assegnato a Elisabetta Trenta quando era ministro della Difesa e che l'esponente grillina ha mantenuto anche al termine del suo incarico. Tutti, anche il suo partito, il M5S, sono andati all’attacco chiedendole di lasciare l'appartamento. Ma lei ha tenuto il punto, spiegando che la casa è stata riassegnata al marito, il maggiore dell'Esercito Claudio Passarelli, avendone pieno diritto, in osservanza di ogni regola.
Al momento, spiegano fonti della Procura militare, si tratta di un'indagine meramente conoscitiva per compiere i dovuti accertamenti sul caso. «Faremo tutti gli accertamenti del caso - ha spiegato il procuratore Antonio Sabino all’Ansa - per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo». Luigi Di Maio che, a Rtl 102.5, afferma: «È inaccettabile: Trenta ha smesso di fare la ministra, aveva tre mesi per lasciare la casa, ed è bene che la lasci. Se il marito, come ufficiale, ha diritto all'alloggio può fare domanda e potrà accedere come gli altri ufficiali dell'esercito a un appartamento. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi del m5s, gli unici deputati che si tagliano gli stipendi».
Di Maio: «Non sono concessi sconti»
La risposta su Facebook non tarda ad arrivare: Trenta ribadisce che «nessuna legge è stata violata». Poi a Radio Capital l'ex ministra afferma che vive nella casa con il marito e paga 540 euro di affitto.
Ma la sua replica non convince. E così è tutto il Movimento che parte all'attacco con un post sul Blog delle Stelle, tirando in ballo i valori fondanti del M5s, fra cui la lotta ai privilegi: «Le spiegazioni di Elisabetta Trenta, a proposito dell'assegnazione dell'appartamento al marito, non sono sufficienti - si legge nel post - I nostri valori sono incompatibili con l'intenzione di mantenere l'appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito». E continua: «Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di difesa. Non sono concessi sconti. Questa è una guerra a una mentalità molto radicata nel nostro Paese. O la trasformiamo noi, o non c'è nessuno che lo farà al posto nostro». Il ministro degli Esteri aggiunge, sempre su Radio Capital, che «prendersi un appartamento» in questo modio significa «approfittarsi in qualche modo della propria posizione. Io pure faccio vita di relazioni ma vivo in 50 metri quadri».