Dopo la vittoria del centrodestra alle politiche, l’infettivologo parla della necessità di inaugurare una fase di convivenza con il virus: «Lo Stato non deve interviene nella vita di tutti i giorni in maniera così forte come avvenuto»
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Una differente gestione del Covid rispetto al passato con il nuovo governo. È quanto auspica, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, intervistato da Adnk.
Il risultato elettorale «era ampiamente atteso» e ora «spero solo ci sia un forte segno di discontinuità nella gestione del Covid rispetto al passato. C'è stato per troppo tempo regole, troppa burocrazia, tanti divieti, l'obbligo delle mascherine, ecco si apra nuova fase quella convivenza con il virus senza l'intervento continuo dello Stato di tipo ristrettivo».
Bassetti scandisce: «Io sono stato sempre nemico di questa ingerenza dello Stato - ricorda Bassetti - Si deve andare verso la convivenza con il coronavirus fatta da uno Stato forte che dà la possibilità a tutti di vaccinarsi e curarsi nella maniera migliore ma che non interviene nella vita di tutti i giorni in maniera così forte come avvenuto. Serve una gestione più occidentale e meno cinese». Nell'ottica di una nuova prospettiva nella gestione dell'emergenza Covid, l'infettivologo genovese chiarisce «che in Italia ci sono molti professionisti sanitari di grande livello, la Meloni e il Centrodestra - conclude - sanno benissimo da chi farsi consigliare».
Bassetti torna poi sulla circolare del ministero della Salute, di venerdì scorso, che ha aperto a tutti gli over 12 che ne facciano richiesta la possibilità di sottoporsi alla somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid. «Non sono d'accordo con l'aprire alla IV dose a tutti gli over 12 senza aver capito cosa fare con fragili e ultrafragili. È un errore da matita blu», afferma. «Se ho un soggetto di 60 anni magari con la leucemia o con altro grave problema di salute, che ha fatto la IV dose a febbraio e volessi fargli la V dose col vaccino bivalente ora non lo potrei fare, mentre potrei fare la quarta dose a un ventenne» spiega Bassetti, denunciando «troppa confusione e troppa poca vicinanza ai veri problemi della gente».