Il giornalista, tra i più apprezzati e famosi in Italia, si è spento nella sua casa di Washington, negli Stati Uniti, dopo una lunga malattia. Il ricordo di Ezio Mauro
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È morto Vittorio Zucconi, firma storica del giornalismo italiano. Aveva 74 anni e si è spento nella sua casa di Washington, negli Stati Uniti, dopo una lunga malattia.
Nella sua lunga carriera Zucconi, cominciata nei primi anni ’60, ha lavorato anche per La Stampa e per il Corriere della Sera. Tra i suoi scoop più noti, il caso Lockheed (1976) e lo scandalo degli aerei C130 venduti all'Italia grazie alle tangenti versate a generali e ministri, per il quale l'allora presidente della Repubblica Giovanni Leone fu costretto a dimettersi.
Nel 1985 Zucconi si trasferì definitivamente a Washington, dove ha ricoperto l'incarico di editorialista dagli Stati Uniti per Repubblica, giornale per il quale ha fondato e diretto a lungo l’edizione online.
In un articolo che campeggia in apertura della home del giornale, il suo ex collega Ezio Mauro lo ricorda così: «Viveva il giornalismo, non lo interpretava. E infatti il Vittorio privato, quello dell’amicizia, era uguale al suo ruolo pubblico. A cena, in redazione, nei viaggi, negli incontri ogni vicenda, qualsiasi fatto, tutti gli avvenimenti grandi o piccoli di cui si parlava per lui prendevano automaticamente il format del racconto, come se fossero pronti per essere scritti, o addirittura come se fossero avvenuti per finire nella rete del suo giornalismo. Che li reinterpretava rendendoli simbolici, o almeno emblematici, comunque esemplari»