Era ricoverato e negli ultimi giorni i medici avevano rivelato che il campione non rispondeva più alle cure. È stato l'unico calciatore ad aver vinto tre coppe del mondo
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È morto Pelè. L'ex calciatore brasiliano aveva 82 anni e da tempo lottava contro un cancro al colon. Era ricoverato e negli ultimi giorni i medici avevano rivelato che il campione non rispondeva più alle cure. Pelé, detto anche O Rei, ha vinto tre coppe del mondo, unico calciatore della storia.
Su Instgram una delle figlie di Pelé, Kely Cristina Nascimento, ha annunciato la morte del padre condividendo una foto che ritrae le mani del grande calciatore nel letto di ospedale insieme a quelle dei suoi cari. «Tutto quello che sappiamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente», ha scritto Kely.
La storia di O Rei
Da calciatore ha legato la sua carriera principalmente al Santos, con cui ha vinto, tra il resto, dieci volte il campionato Paulista, quattro il Torneo Rio-San Paolo, sei il Campeonato Brasileiro Serie A e cinque (peraltro consecutive) la Taca Brasil, oltre a due edizioni della Copa Libertadores, altrettante della Coppa Intercontinentale e la prima edizione (su due disputate) della Supercoppa dei Campioni Intercontinentali. Trasferitosi negli Stati Uniti d'America nella parte finale di carriera, ha conquistato un Campionato Nasl con i New York Cosmos.
È l'unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio, evento avvenuto con la nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. Il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia della Coppa del Mondo Fifa e primo tra quelli realizzati in una finale di un campionato del mondo. La Fifa gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1281 in 1363 partite, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 757 reti in 816 incontri con una media realizzativa pari a 0,93 gol a partita.
Faceva parte della National Soccer Hall of Fame ed è stato inserito dal settimanale statunitense Time nel "Time 100 Heroes & Icons" del XX secolo. È stato dichiarato "Tesoro nazionale" dal presidente del Brasile Jânio Quadros e, nel luglio 2011, "Patrimonio storico-sportivo dell'umanità".