Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato a Kiev. Insieme al premier, giunto nella capitale ucraina su un treno notturno partito dalla stazione di Medyka, nel sud est della Polonia, e dopo circa 10 ore di viaggio a causa della chiusura dello spazio aereo ucraino, ci sono il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La visita a Kiev dei tre leader europei non era stata annunciata ufficialmente sebbene la notizia fosse circolata nei giorni scorsi. A bordo del treno ucraino che li ha portati nella capitale dell'Ucraina i tre leader europei hanno avuto un vertice di circa due ore 

Nell'agenda dei leader europei, l'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui farà seguito una conferenza stampa.

Alla visita a Kiev partecipa anche il presidente rumeno Klaus Iohannis. I quattro leader europei saranno accompagnati dal presidente Zelensky a Irpin, uno dei luoghi simbolo del conflitto e teatro di un massacro di civili. 

«Siamo venuti per inviare un messaggio di unità europea verso tutti i cittadini ucraini. Un messaggio di sostegno perchè le prossime settimane saranno molto difficili». Così il presidente francese, Emmanuel Macron, scendendo dal treno che dalla Polonia lo ha portato a Kiev, «in un luogo di guerra dove sono stati commessi massacri»

Si tratta di una missione carica di valore politico e simbolico: i leader dei tre principali Paesi Ue tutti insieme, faccia a faccia con Volodymyr Zelensky. Per dare prova di compattezza europea, e magari per indicare una linea non necessariamente identica a quella degli americani. Alla vigilia della missione è stato il capo dell'Eliseo a smarcarsi più nettamente dall'intransigenza di Washington nei confronti del Cremlino: «Il presidente ucraino e i suoi funzionari dovranno negoziare con la Russia - ha sottolineato dalla Romania -, noi faremo di tutto per fermare le forze russe e aiutare gli ucraini e il loro esercito».

Il viaggio in Ucraina dei tre leader, il primo in assoluto dall'inizio della guerra, non prevede altre tappe oltre la capitale (è stato escluso un blitz a Odessa) e cade in una fase molto complicata, perché sul terreno l'esercito russo continua a guadagnare terreno intensificando la potenza di fuoco sul Donbass, mentre gli ucraini si difendono strenuamente ma sono sempre più esausti e si aspettano un sostegno più deciso dagli alleati europei.