Una decina di mormoni statunitensi, tra cui almeno 4 bambini, due gemelli neonati di sei mesi e le loro madri, sono stati uccisi in Messico in una imboscata da colpi d'arma da fuoco. Alcuni sono stati bruciati vivi. Lo riferiscono i media internazionali. La polizia locale ritiene che la strage sia opera dei cartelli della droga. Il gruppo viaggiava in un convoglio di automezzi quando è caduto in una imboscata: uomini armati hanno sparato e dato fuoco alla vettura.

Il massacro - secondo quanto riferito da un leader della comunità familiare di una vittima a Radio Formula, emittente messicana - è avvenuto a Rancho de la Mora, al confine tra gli Stati di Chihuahua e Sonora, vicino al confine con gli Stati Uniti, in una zona infestata da trafficanti di droga e banditi di ogni genere. Il procuratore di Chihuahua, César Augusto Peniche - riferisce il Telegraph - ha affermato che il numero delle vittime rimane «incerto». I morti fanno parte tutti della famiglia LeBarón, appartenenti alla folta comunità mormone di origine statunitense che si trova in Messico per svolgere attività missionaria per la loro chiesa.

Caduti in un'imboscata

Secondo quanto riferito da uno dei leader della comunità e cugino di una delle vittime, Julian LeBaron, il gruppo si stava dirigendo verso il confine americano per andare a prendere un parente all'aeroporto di Phoenix, negli Stati Uniti, quando uomini armati gli hanno teso un'imboscata. I mormoni viaggiavano in un convoglio di vari automezzi. Dentro uno di questi sono stati trovati i corpi di Rhonita Miller LeBarón e dei suoi quattro figli con i corpi crivellati di proiettili. Altre due auto sono state ritrovate a una certa distanza alcune ore dopo; al loro interno i cadaveri di altre due donne e due bambini. Altri cinque o sei bambini sarebbero riusciti a fuggire e tornare a casa, ma altre persone, tra cui una ragazza fuggita nel bosco per nascondersi, sono tuttora dispersi.