«Un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi. Lo è stato anche l'anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo», afferma il presidente Sergio Mattarella iniziando il suo ottavo messaggio di fine anno agli italiani.

Il presidente ricorda «l'elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato», e «lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno».

Il Governo

«Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà». Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno, che viene trasmesso a reti unificate.

«La concretezza della realtà ha convocato ciascuno alla responsabilità. Sollecita tutti ad applicarsi all'urgenza di problemi che attendono risposte. La nostra democrazia si è dimostrata, ancora una volta, una democrazia matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese».  

La guerra

«Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro Continente. Il 2022 è stato l'anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti», dice Mattarella.

«Se questo è stato l'anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l'anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze», prosegue il capo dello Stato. «La pace è parte fondativa dell'identità europea e, fin dall'inizio del conflitto, l'Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Alla pace esorta costantemente Papa Francesco».

L'Iran

«La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni».

«Lo testimoniano le giovani dell'Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra».

Il covid

«Dal Covid - purtroppo non ancora sconfitto definitivamente - abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare - dice ancora Mattarella -. Abbiamo compreso che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone».

«Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive», sottolinea il Presidente.

Il lavoro 

«So bene quanti italiani affrontano questi mesi con grandi preoccupazioni. L'inflazione, i costi dell'energia, le difficoltà di tante famiglie e imprese, l'aumento della povertà e del bisogno. La carenza di lavoro sottrae diritti e dignità: ancora troppo alto è il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla precarietà», dichiara Mattarella. «Allarma soprattutto la condizione di tanti ragazzi in difficoltà. La povertà minorile, dall'inizio della crisi globale del 2008 a oggi, è quadruplicata». 

«Le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese - tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne - creano ingiustizie, feriscono il diritto all'uguaglianza».

«Ci guida ancora la Costituzione, laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni», continua Mattarella. «Rimuovere gli ostacoli - aggiunge il capo dello Stato - è un impegno da condividere, che richiede unità di intenti, coesione, forza morale».

Il fisco 

«La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l'Italia e quindi al bene comune», ribadisce il capo dello Stato.

La crisi

La nostra capacità di reagire alla crisi generata dalla pandemia è dimostrata dall'importante crescita economica che si è avuta nel 2021 e nel 2022". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno. «Le nostre imprese, a ogni livello - aggiunge Mattarella -, sono state in grado, appena possibile, di ripartire con slancio: hanno avuto la forza di reagire e, spesso, di rinnovarsi. Le esportazioni dei nostri prodotti hanno tenuto e sono anzi aumentate».

«L'Italia è tornata in brevissimo tempo a essere meta di migliaia di persone da ogni parte del mondo. La bellezza dei nostri luoghi e della nostra natura ha ripreso a esercitare una formidabile capacità attrattiva».

«Ci sono ragioni concrete che nutrono la nostra speranza ma è necessario uno sguardo d'orizzonte, una visione del futuro", prosegue il presidente. «Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione», ha aggiunto il capo dello Stato.

I giovani

«Parlando dei giovani - ha aggiunto il presidente - vorrei  per un momento rivolgermi direttamente a loro: siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti».

 Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro. Care concittadine e cari concittadini, guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze. Facciamole nostre».

«Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso. La Repubblica vive della partecipazione di tutti. È questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. È anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia», ha concluso il presidente della Repubblica.