Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'unanimità al decreto legge per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative di Kiev. Il Cdm sulle nuove misure di sostegno a favore del Paese è durato un'ora.

L'accoglienza per i profughi ucraini

Non solo provvedimenti sul fronte della difesa. Il decreto - informa una nota di Palazzo Chigi - prende anche le prime misure per l’eventualità che una parte del flusso dei profughi si indirizzi presso il nostro Paese. Ad oggi in Italia vi è una cospicua presenza di cittadini ucraini, circa 250.000 persone. Con il decreto si prevede il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri. Inoltre, si dispone che i cittadini ucraini vengano ospitati nei Cas anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale.

Fondi per studenti, ricercatori e docenti

Istituito anche un fondo da 500mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. 

Stato di emergenza fino al 31 dicembre

Il Consiglio dei ministri, poi, su proposta del presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022. Questa volta non per la pandemia ma in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto. Al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali.

Le misure in caso di mancanza di gas

È possibile ricorrere ai razionamenti di gas, al momento una necessità che non c'è. Nel caso arrivasse, si apre immediatamente - si desume dunque senza altri passaggi normativi - alla possibilità di ricorrere ad altre fonti di approvigionamento. Passa da qui l'apertura, approvata in Consiglio dei ministri oggi, al ricorso alla produzione da centrali a carbone semmai ce ne fosse bisogno. Una frenata, rispetto al processo di decarbonizzazione in atto, resa necessaria dal conflitto in Ucraina.

Sul fronte energia, spiega infatti Palazzo Chigi a stretto giro dal via libera al provvedimento, «il decreto si occupa del livello di rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese».

«La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando - si rimarca - il contributo delle energie rinnovabili. È inoltre eventualmente prevista la riduzione del consumo di gas nel settore termoelettrico che rappresenta una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas. Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale».

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