L’inchiesta su Sogei solleva interrogativi sull'intreccio tra il governo italiano e Starlink, la costellazione satellitare di Elon Musk. Progetti strategici, interessi personali e possibili conflitti d’interesse si intrecciano in una vicenda che coinvolge la politica e la tecnologia
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L’ombra lunga dei satelliti di Elon Musk si proietta sull’Italia, tra intrighi internazionali e connessioni ad alta velocità. E non è solo una questione tecnologica. Dietro la facciata di innovazione, si nasconde un intreccio di interessi che tocca i piani più alti del governo italiano e che ha già acceso i riflettori della magistratura. I retroscena che emergono dall'inchiesta su Sogei iniziano a far luce su un progetto molto più vasto: in teoria il governo di Giorgia Meloni voleva i satelliti Starlink solo per connettere le sue reti diplomatiche e militari in zone sensibili. Ma forse, dietro questa necessità, si cela una trama ben più complessa e delicata.
La storia si snoda a partire da un documento non riservato che circolava nelle stanze della Farnesina: un elenco di necessità espresse dal ministero degli Esteri, dalle ambasciate e dai consolati italiani all’estero. In breve, si parlava di connettere quelle sedi con il servizio Starlink, la rete satellitare di SpaceX capace di garantire internet veloce anche nei luoghi più remoti. Fin qui, potrebbe sembrare tutto logico: le migliori tecnologie assicurate al servizio del Paese. Ma non appena si scava un po’ più a fondo, si scopre che questo progetto è tutt'altro che un’operazione innocente.
Il nome Starlink spunta fuori nell'inchiesta giudiziaria che ha scosso la Sogei, la società di consulenza informatica del ministero dell'Economia. Il caso è partito da una banale tangente di 15.000 euro intascata dal direttore generale Paolino Iorio, ma presto ha assunto dimensioni ben più rilevanti. Tra gli indagati c'è anche Andrea Stroppa, un personaggio peculiare: ex hacker, trentenne rampante, e – soprattutto – considerato il referente di Elon Musk in Italia. Stroppa è accusato di concorso in corruzione, e la sua vicinanza a Musk e a Starlink ha sollevato più di qualche domanda sugli interessi in gioco.
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Stroppa si difende, dichiarando su X che non c’è nulla di illegale in quello che ha fatto: «Proteggere gli italiani in zone difficili »sempre stato il suo obiettivo. E il documento che lo coinvolge sarebbe un semplice elenco di sedi diplomatiche da connettere a internet via Starlink, privo di qualsiasi segretezza o malizia. Tuttavia, c’è un piccolo dettaglio: questo elenco non è arrivato nelle sue mani attraverso canali ufficiali, bensì grazie all’ufficiale della Marina Antonio Masala, che glielo ha passato dopo una riunione ad agosto scorso. E qui arriva la prima domanda, se si tratta davvero di un innocente pezzo di carta, perché farselo passare sotto banco?
Nell'ordinanza della Procura, eseguita dalla Guardia di finanza, si legge che Antonio Angelo Masala, capitano di fregata della Marina militare, distaccato presso il VI reparto, Sistemi di comando, controllo, comunicazione, computer e intelligence (C4I) dello Stato maggiore della Difesa, e tra i 32 indagati nell'inchiesta (18 persone e 14 società), a un certo punto si sarebbe interessato «del progetto volto all'acquisizione da parte del governo italiano del sistema satellitare realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense, approfitta dello svolgimento presso il VI Reparto di cui fa parte di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del gruppo, Andrea Stroppa».
Sempre Masala, stando a quanto scrive la Procura, avrebbe condotto «una certamente illecita attività di propalazione a beneficio dello Stroppa (e, suo tramite, dei suoi referenti) di notizia riservate in ordine a decisioni assunte nel corso di riunioni ministeriali. Vicenda sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare (…) degli affari che il gruppo statunitense potrà concludere con l'amministrazione italiana, grazie all'intervento illecito del pubblico ufficiale».
Cosa si nasconde dietro a questo interesse? Il governo Meloni avrebbe pensato a Starlink per recuperare i ritardi sul piano Italia a 1 giga. Lo ha confermato al Sole 24 Ore il sottosegretario all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti: «Visti i ritardi degli operatori, il governo sta esplorando opzioni che possano contribuire a garantire connettività nell'immediato. Con riferimento alle aree più remote, stiamo valutando con Starlink e altri operatori l'integrazione della tecnologia satellitare». Si punterebbe quindi sulla società di Musk «per sperimentare la fornitura di un servizio space-based rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri».
Dai palazzi del potere, la questione si allarga rapidamente. Il governo italiano non si limitava quindi a valutare Starlink per le sue ambasciate e consolati. La rete satellitare di Musk era anche vista come la soluzione ideale per risolvere una delle spine più dolorose della strategia italiana per la banda larga: connettere le aree più isolate del Paese. Un progetto ambizioso, che avrebbe affidato una parte significativa dell’infrastruttura digitale italiana a un’azienda privata straniera. Togliendolo di fatto dal controllo governativo.
Ma qual è il vero interesse di Elon Musk in Italia? Apparentemente, il legame tra il fondatore di SpaceX e il governo Meloni va ben oltre il semplice business. Musk è stato ricevuto due volte dalla premier: una volta a giugno, a Palazzo Chigi, e poi a dicembre, in occasione dell’evento Atreju, la festa del partito Fratelli d’Italia. E non si tratta solo di convenevoli istituzionali. Dietro questi incontri, sembra profilarsi un’alleanza ideologica: Musk ha sempre espresso vicinanza al mondo di Donald Trump e della destra populista, e Meloni non ha mai nascosto le sue simpatie per il fronte trumpiano.
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Il collegamento tra Musk e il governo italiano trova radici più profonde nel rapporto dell’Italia con gli Stati Uniti. Giorgia Meloni, da premier, ha sempre dichiarato di voler mantenere buoni rapporti con l’amministrazione americana, indipendentemente da chi sieda alla Casa Bianca. Tuttavia, la sua affinità con Trump è evidente, e Musk, ora più che mai, sta supportando apertamente il miliardario repubblicano nella sua corsa alla presidenza. Il legame tra Meloni e Musk potrebbe quindi inserirsi in una più ampia strategia di alleanze politiche e commerciali, in cui la tecnologia di SpaceX diventa il ponte per mantenere saldo il rapporto tra Italia e Stati Uniti con un occhio di riguardo al mondo trumpiano.
Ma torniamo all’inchiesta. La posizione di Andrea Stroppa resta centrale, e sebbene il giovane si dichiari innocente, il suo coinvolgimento nell’affaire Sogei ha sollevato molte perplessità. Come mai un documento così delicato è finito nelle sue mani attraverso un ufficiale della Marina? E perché quest’ultimo si è preoccupato di trasmettergli informazioni riservate? Gli inquirenti ipotizzano un interesse personale da parte di Masala nel ricevere benefici da Starlink, promesse non meglio specificate che potrebbero aver influenzato le sue decisioni.
Ironico, se si pensa che proprio i satelliti Starlink, famosi per la loro capacità di monitorare e spiare, sono al centro di uno scandalo che è stato svelato da semplici intercettazioni telefoniche. Ma Stroppa non si perde d’animo: su X ha già pubblicato una citazione dantesca, «Allor si mosse, e io li tenni dietro», a indicare che non ha intenzione di farsi abbattere dalla bufera giudiziaria.
E mentre l’inchiesta va avanti, Giorgia Meloni non sembra intenzionata a prendere le distanze dal miliardario sudafricano. Anzi, ha accettato con orgoglio che fosse proprio Elon Musk a consegnarle il prestigioso Global Citizen Award dell’Atlantic Council. Un riconoscimento che ha suscitato non poche polemiche all'interno dello stesso think tank americano, dove alcuni membri hanno mal digerito sia la presenza di Meloni, accusata di retorica anti-immigrati e anti-LGBTQ+, sia la vicinanza di Musk alla Russia e le sue dichiarazioni incendiarie su temi geopolitici.
La storia dei satelliti Starlink in Italia è solo agli inizi, e potrebbe riservare ulteriori colpi di scena. Da un lato, la tecnologia di Elon Musk rappresenta un’opportunità per colmare il digital divide e garantire connessioni in aree difficili. Dall’altro, il legame tra affari, politica e giustizia solleva non poche preoccupazioni. La domanda resta aperta: fino a che punto l’Italia è disposta a legarsi a un imprenditore come Musk, con tutti i rischi e le contraddizioni che porta con sé?
Mentre l’inchiesta prosegue, non resta che osservare come si muoveranno i protagonisti di questa intricata vicenda, che unisce l'ambizione tecnologica, gli interessi geopolitici e il potere economico in un groviglio che promette di tenere banco ancora a lungo.