È di almeno cinque morti, tre dei quali minorenni, e 239 feriti finora il tragico bilancio delle proteste scoppiate in Venezuela a partire dal 20 aprile scorso, secondo le cifre fornite da una portavoce dell'Ufficio Onu per i diritti umani e riportate da media venezuelani. L’ultima vittima è un adolescente di 15 anni, morto ieri nello stato di Mérida.

Adolescente ucciso nel corso delle poteste antigovernative

Secondo quanto dichiarato da Fabiana Rosales, moglie dell’autoproclamato presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidò, la vittima 15enne sarebbe stata uccisa dalla Guardia nazionale venezuelana mentre partecipava alle proteste antigovernative. «I nostri bambini vengono uccisi dalla repressione dei dittatori. Yonder Villasmil, 15 anni, è stato ucciso dai membri della Gnb (Guardia nazionale bolivariana), mentre stava osservando una protesta sull'Autostrada Panamericana a Santa Elena de Arenales, (nello stato di) Merida», ha scritto Rosales su Twitter.

Centinaia gli arresti

Sempre su Twitter, Alfredo Romero, direttore esecutivo dell'ong venezuelana Foro Penal, ha riferito che 240 persone sono state arrestate nel Paese nell'ambito delle proteste del 30 aprile e 1 maggio. Il numero maggiore di arresti è stato registrato nello stato venezuelano di Zulia (92 persone) e nello stato di Lara (48 persone). Seguono l'area di Caracas (14 arresti), lo stato di Aragua (13 arresti) e quello di Tachira (11 arresti). Intanto Juan Guaidó, leader dell'opposizione autoproclamatosi presidente ad interim, ha annunciato tre giorni di mobilitazione, fino a domenica, ed ha assicurato che «ci sarà bisogno di altri sforzi e di costanza», ma che «siamo vicini a raggiungere la nostra libertà».

 

Infine, come riportato dai media, la portavoce Onu Ravina Shamdasani da Ginevra avrebbe dichiarato che l’Organizzazione sta «seguendo con grande preoccupazione la situazione in Venezuela», sottolineando che le autorità venezuelane devono garantire «che non venga fatto un uso eccessivo della forza».