Il dibattito diventa centrale con l’avanzata della variante Omicron che trascina la curva dei contagi e può determinare il passaggio di una regione da una zona all’altra
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«Le Regioni chiederanno di adottare le linee guida dell’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie» per la definizione di 'caso covid'. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, accende i riflettori sul dibattito che diventa centrale mentre la variante Omicron trascina la curva dei contagi covid e può determinare il passaggio di una regione dalla zona bianca a quella gialla, arancione o rossa.
La definizione di caso Covid
«L’Ecdc, organo ufficiale europeo, chiarisce che devono essere soddisfatti due criteri: il soggetto deve avere malattie respiratorie o sintomi influenzali e deve risultare positivo ad un tampone, antigenico o molecolare. Il paziente positivo ma senza sintomi – rimarca Zaia - non è un caso, lo dice l’Ecdc. Questo cambia la storia del covid, alcuni paesi hanno già iniziato ad affrontare il dibattito. Qual è la perplessità? Se ci sono tanti positivi asintomatici, c’è il rischio che l’asintomatico infetti comunque. A noi sembra, in base ai dati, che si stia abbassando la quota dei sintomatici o almeno di coloro che hanno evidenti segni clinici».
Il numero dei ricoveri
La definizione di 'caso covid' ha un impatto anche sul numero dei ricoveri, altro parametro che può spostare una regione da una zona all'altra. «La partoriente che entra in ospedale e risulta positiva nello screening viene inserita tra i pazienti positivi. Si tratta di persone che sono in ospedale per altri motivi, non per il covid. Il caso tipico, più frequente, è proprio quello della partoriente. Noi chiediamo che questa quota di pazienti, non è vastissima ma pesa sul passaggio da zona a zona, venga depennata dalle statistiche. Una signora che va in ospedale per partorire, risulta positiva ma non ha sintomi non è un caso per le linee Ecdc. Voglio essere chiaro, non si sta banalizzando nulla», evidenzia.
Il caso della Lombardia
Il tema viene sollevato già da altre regioni. La Lombardia ha annunciato che da domani, venerdì 14 gennaio, sarà pronta a distinguere i ricoveri covid da quelli di pazienti positivi che sono in ospedale per altre patologie. Per il momento, in attesa di indicazioni chieste al ministero della Salute, il flusso dei dati sarà unico. I tassi di occupazione dei reparti di area non critica e delle terapie intensive -sottolinea la direzione Welfare - costituiscono, con l'incidenza dei casi, parametri per definire l'eventuale passaggio di una regione dalla zona bianca alla zona gialla (attualmente occupata dalla Lombardia), arancione o rossa.
La pressione sugli ospedali
«Da venerdì 14 gennaio, la Lombardia sarà in grado di distinguere, all'interno dei 'ricoveri Covid positivi' dei propri ospedali, quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia 'Covid-dipendente' (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie) e quali invece si riferiscono a pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi riscontrati positivi al tampone pre-ricovero», spiega la Regione.
«Questo - si legge nella nota - è finalizzato a dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid. Per ora, non avendo ancora ricevuto nuove indicazioni in tal senso dal ministero come da nostra richiesta, il flusso trasferito sarà ancora 'unico', privo quindi della distinzione sopra specificata».