La spiegazione arriva dal virologo Francesco Broccolo: «Il SarsCoV2 non necessariamente si evolve per divenire attenuato e non possiamo prevedere quando ciò accadrà»
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Secondo alcuni dati di una ricerca condotta in Giappone e coordinata da Izumi Kimur, dell'Università di Tokyo, la sottovariante Covid BA.5 è più trasmissibile rispetto alle altre sottovarianti di Omicron a causa di almeno due mutazioni che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace.
I dati di tale ricerca sono pubblicati online sulla piattaforma BiorXiv, che accoglie studi non ancora sottoposti alla revisione della comunità scientifica mondiale. «Questo spiegherebbe l'aumento dei casi in Portogallo - dice all’agenzia Ansa il virologo Francesco Broccolo, dell'Università Bicocca di Milano - e indica che è davvero prematuro affermare che il virus SarsCoV2 si stia indebolendo».
BA.5 è arrivata quasi contemporaneamente alla BA.4 e, in base ai dati dati più recenti dell'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA), relativi all'8 maggio scorso, allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus SarsCoV2 in circolazione, contro le percentuali decisamente inferiori di altri Paesi europei, come Germania e Gran Bretagna (in entrambe pari all'1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%).
I dati italiani dell'Istituto Superiore di Sanità indicavano che al 3 maggio la sottovariante BA.5 costituiva lo 0,4% del virus SarsCoV2 in circolazione nel Paese. Intorno al 20 maggio la circolazione della BA.5 in Portogallo era già aumentata al 37%.
Secondo quanto rilevato da Broccolo «sono almeno tre i motivi che permettono di mettere in relazione la presenza della BA.5 con l'aumento dei casi in Portogallo». Il primo - osserva - consiste nel fatto che «le sottovarianti BA.4 e BA.5 sono molto simili fra loro perché hanno entrambe la mutazione L452R, che da sola è in grado di far cambiare moltissimo la struttura della proteina Spike, con la quale il virus aggancia le cellule umane».
«Non è una mutazione nuova - prosegue Broccolo - perché il virus l'aveva già selezionata nelle varianti Delta e Lambda» e la sua presenza «aumenterebbe il numero di riproduzione, ossia renderebbe le due sottovarianti più contagiose rispetto ad altre sottovarianti di Omicron, come BA.1 e BA.2».
Il secondo elemento, prosegue il virologo, è fornito dai dati secondo i quali «le due sottovarianti sfuggirebbero di più agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino sia a quelli generati dalle infezioni causate da BA.1, BA.2 e BA.2.12.1».
Il terzo elemento riguarda il fatto che, come la variante Delta, anche la BA.5 è sinciziogena, ossia le cellule polmonari infettate dal virus si fondono con quelle adiacenti sane non infettate. «Questa caratteristica - rileva il virogolo - è stata dimostrata in vitro su colture cellulari ma sappiamo che c'è una correlazione tra il potere fusogenico di una variante osservata in vitro e il suo grado di patogenicità in vivo, come dimostrato anche dalla sua maggiore virulenza in esperimenti condotti su animali».
Alla luce di questi elementi, secondo Broccolo «sorgono dei dubbi su quanto si è detto finora, a proposito del fatto che il virus si evolve verso un'attenuata patogenicità». In passato, prosegue ancora il virologo, «l'arrivo della variante Delta ha dimostrato che questa era più patogena rispetto al virus ancestrale, poi è arrivata la Omicron BA.1, che aveva una patogenicità inferiore a quella della Delta, e adesso stiamo vedendo che BA.4 e BS.5 sono più patogene rispetto a BA.2 e hanno recuperato due mutazioni della Delta: a fronte di queste osservazioni - aggiunge - dobbiamo dire che il virus SarsCoV2 non necessariamente si evolve per divenire un virus attenuato e non possiamo prevedere quando ciò accadrà».