In un mese i casi sono quadruplicati. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico: «È più contagiosa e può provocare patologie significative, per questo solleva preoccupazioni. Bisogna completare il ciclo vaccinale»
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
La variante Delta avanza in Italia e nell'arco di un mese i casi sono quadruplicati, passando dal 4.2% del totale delle infezioni in maggio al 16,8% in giugno: sono numeri ancora bassi, quelli preliminari forniti dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), in attesa dei risultati completi dell'indagine lampo, così come sono bassi i numeri dell'epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Tuttavia il ritmo al quale sta aumentando la circolazione di questa variante è un campanello d'allarme, tanto che «serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento", ha detto il premier Mario Draghi.
La variante Alfa
I dati del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell'Iss indicano che la variante più diffusa in Italia è ancora l'Alfa, con il 74,92%, ma secondo molti esperti la circolazione della Delta potrebbe aumentare nelle prossime settimane, tanto che per il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, considerato l'andamento osservato in Gran Bretagna, è possibile stimare che l'Italia si trovi in una situazione paragonabile a quella inglese all'inizio di maggio e che a metà agosto si assista a un aumento dei casi.
La varianti
Ad avvertire della "inevitabile" comparsa di nuova varinti del virus SarsCoV2 è una ricerca dell'Università di Harvard pubblicata sulla rivista Science. Per questo motivo ministero della Salute e Regioni «stanno alzando il livello di guardia» e insistono sulla necessità di «continuare con la campagna di vaccinazione per cercare di immunizzare il maggior numero possibile di persone con un ciclo completo», come ha detto il direttore della Prevenzione del ministero, Gianni Rezza. Nello stesso tempo, ha aggiunto, «è importante mantenere comportamenti individuali prudenti». Non è quindi il caso di mettere da parte la mascherina: sebbene stia per cadere l'obbligo di indossarla all'aperto, per il ministro della Salute, Roberto Speranza, «è e resta uno strumento essenziale per tenere sotto controllo il virus». E il coordinatore del Cts Franco Locatelli non ha escluso che in caso di individuazione di focolai di variante Delta possano essere ripristinate delle zone rosse.
Completare il ciclo vaccini
«Una sola dose di vaccino non copre adeguatamente» dalla variante Delta, ha detto Locatelli ribadendo la necessità di «completare il ciclo vaccinale». La variante, ha aggiunto, «solleva preoccupazione perché è più contagiosa e può provocare patologie significative nei soggetti non vaccinati o in chi ha una sola dose di vaccino. Per questo è importante progredire con la campagna» vaccinale.
A fronte dei nuovi dati della pandemia, «sono segnalati numerosi focolari da variante Delta», ha detto il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. «L'importante - ha aggiunto - è' tracciare e completare il ciclo vaccinale, per evitare nuovi focolai».