La malattia negli allevamenti danesi si starebbe muovendo con un'aggressività e un'imprevedibilità tale da mettere a rischio gli effetti del farmaco in preparazione per l'essere umano
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Il Coronavirus non risparmia neanche gli animali. Proviene dalla Danimarca, infatti, la notizia della rapida diffusione del virus negli allevamenti di visoni, grande fonte di reddito per tutto il Paese. Esistono degli elementi che hanno visto coincidere l'aumento dell'aggressività della malattia tra i mustelidi con la possibilità di trasmissione all'essere umano. Le autorità, secondo il quotidiano Information «temono che il virus muti tra i visoni in modo tale da indebolire o eliminare completamente l'effetto di un futuro vaccino contro gli esseri umani» tanto da richiedere l'abbattimento di 1,5 milioni di animali dal mese di giugno.
Il Consorzio Veterinario Danese dello Statens Serum Institut e l'Università di Copenaghen avvertono: «Due nuove varianti di COVID-19 provenienti da allevamenti di visoni sono particolarmente preoccupanti». Si è scoperto inoltre che «una variante speciale del virus nel visone è arrivata da una fattoria locale in una casa di cura a Hjørring, dove sono morti molti dei residenti», chiarisce il quotidiano Information, e che «negli allevamenti il virus può diffondersi velocemente e mutare in tutte le direzioni possibili lungo il percorso. Le nuove varianti di virus, poi, possono tornare all'uomo».
Per questo motivo il ministro dell'Alimentazione, dell'Agricoltura e della Pesca Mogens Jensen ha ordinato, il 1° ottobre, di riprendere l'abbattimento delle mandrie infette e di quelle che si trovano in un raggio di 7,8 chilometri.
Sarà una grande perdita anche dal punto di vista economico. Il mercato degli animali da pelliccia danesi, con i suoi 1.500 allevatori, infatti, costituisce circa un terzo delle esportazioni verso la Cina, per un valore intorno a 1 miliardo di euro all'anno.