Soluzione già adottata in Francia. Ma per ora si punta su restrizioni mirate regione per regione. Ricciardi (ministero della Salute): «Situazione grave, ecco cosa bisogna fare»
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Lo spettro del lockdown aleggia sempre più minaccioso sul Paese a causa dell’incremento esponenziale dei contagi da Covid (ieri sono stati registrati 8.804 nuovi casi). E si fa strada l’ipotesi di un coprifuoco che blocchi tutte le attività serali e notturne. Soluzione già adottata in Francia, dove Parigi e altre 8 città vengono chiuse dalle 21 alle 6. Per ora, però, l’opzione più gettonata è quella di chiusure mirate, Regione per Regione, a seconda dell’indice di contagio.
«Data la situazione molto grave di circolazione del virus - ha dichiarato Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l'emergenza Covid - abbiamo indicato chiusure mirate nelle regioni con altissima circolazione del Sars-Cov2 finalizzate a consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Le chiusure, nelle zone dove l'indice di contagio è superiore a 1, dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali. Mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese. Punto cruciale è la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento».
Sulla necessità di «misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi», concordano anche ambienti del Comitato tecnico scientifico al Governo, affinché si giunga a provvedimenti più restrittivi già dal week end. Oltre all’ipotesi di un coprifuoco nelle ore serali, si riparla di didattica a distanza almeno per le scuole superiori.
Ad oggi «in dieci Regioni la tenuta delle terapie intensive è particolarmente a rischio, poichè ci si sta avvicinando alla soglia massima fissata dal ministero della Salute del 30% di posti dedicati a malati Covid occupati; tuttavia, ci troviamo in una situazione di allerta in tutte le Regioni perchè si rischia, nel breve termine, una saturazione dei posti Covid se il trend dei contagi non si modificherà». È il quadro delineato all'Ansa dal presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo. Nelle Terapie intensive, avverte, «la pressione sta crescendo e iniziamo a vivere la paura che si possa tornare alla situazione drammatica della prima fase epidemica».
Per una ulteriore stretta che superi l’ultimo Dpcm spinge anche il ministro della Cultura e capo delegazione Pd al governo, Dario Franceschini: «Ho chiesto ieri al presidente Conte una riunione appena sarà rientrato da Bruxelles per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d'intesa con le Regioni».
Chi invece sottolinea che «in questo momento nessuno di noi sta pensando al lockdown del Paese», è il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, che in un’intervista a Rai News24 ha detto: «Dobbiamo fare in modo che questo non avvenga, e questo si può fare agendo sui comportamenti, meglio rinunciare ad una cena o andare a trovare gli amici. Ce la possiamo fare, quello che conta adesso è il numero dei tamponi, che oggi sono molti di più rispetto a marzo, prendere in carico presto i pazienti e tracciare i contatti. La chiusura delle scuole deve essere l'ultima ratio. Un paese non può decidere di chiudere per prime le scuole, che sono fondamentali anche per la salute dei ragazzi. Vanno fatte scelte sugli orari, perché bisogna agire sui trasporti. Nelle grandi città il problema dei trasporti esiste, lavoriamo sugli orari di lavoro e della scuola, sui turni».
L'epidemia in Italia è in una fase acuta e, nel prossimo mese, rischia di raggiungere valori critici in alcune Regioni, secondo il monitoraggio del ministero della Salute-Iss. In 16 Regioni e 2 province autonome l'indice Rt supera 1. Sono 4.913 i focolai attivi, 1.749 quelli nuovi. Aumentano i probabili focolai in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica rimane complessivamente limitata. Dieci regioni, infine, hanno un rischio alto per la tenuta delle terapie intensive, essendo vicine a superare la soglia limite del 30% posti a malati Covid. Il nuovo record di 8.804 nuovi infetti, individuati grazie al livello massimo di tamponi, quasi 163 mila, porta anche il raddoppio delle vittime giornaliere, da 43 a 83. Milano con oltre 500 positivi diventa un caso e cresce la paura.