La app Immuni per il contact tracing, che oggi inizierà a funzionare in via sperimentale in 4 regioni, «è stata scaricata da 2 milioni di italiani», ha detto il commissario Arcuri. «È una app molto utile e il tracciamento è una componente essenziale per questa fase» ha aggiunto dicendosi non preoccupato del fatto che ogni regione sta realizzando una propria App. «Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva - ha detto - e sono sicuro che Immuni sarà la più utile per le esigenze».

E così Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia saranno le prime regioni a testare il funzionamento del contact tracing Immuni, che ha avuto anche il via libera, nei giorni scorsi, da parte del Garante per la Privacy. La app arriva alla linea di partenza non senza una scia di polemiche e inciampi tecnici. Ha dovuto superare le critiche alle icone sessiste che ritraevano una mamma con il bambino e l'uomo davanti al pc, poi cambiate nel giro di una mattinata. In seguito sono arrivati i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app e su cui si è concentrato il lavoro di questi giorni per cercare di arrivare pronti al D-day.


In particolare, Immuni usa la tecnologia per le notifiche di esposizione messa a disposizione da Apple e Google. Questa tecnologia determina i requisiti di sistema per scaricare e usare Immuni. Per quanto riguarda i problemi sugli smartphone Huawei, "non dovuti all'app", si spiega nelle Faq di Immuni, si è lavorato sulla risoluzione e la app è stata resa disponibile sui primi modelli ed entro lunedì, secondo le informazioni rese la scorsa settimana, sugli altri.