Fifa e Figc hanno condannato quanto accaduto durante il match con l'Udinese: «Nel calcio non c'è posto per queste cose». E c'è chi propone la sconfitta a tavolino per la squadra e la chiusura del settore da cui sono partiti gli insulti
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«È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio ma è una lotta che vinceremo»: lo scrive il portiere del Milan Mike Maignan all'indomani della partita contro l'Udinese, gara interrotta perché gli sono stati rivolti a più riprese insulti razzisti.
Maignan in una lunga riflessione postata sui social, invita il sistema calcio a prendersi le proprie responsabilità, definendo «complici» coloro che non hanno preso le distanze dal gesto - anche i tifosi sugli spalti - o che non adotteranno provvedimenti severi tra cui l'Udinese e le autorità. «Non è stato attaccato il giocatore» spiega Maignan «ma l'uomo, il padre di famiglia». E ancora: «Non sono una vittima» e «grazie del supporto, vi vedo e siamo insieme».
«È un sistema che deve assumersi la responsabilità: gli autori di questi atti perché è facile agire in gruppo, nell'anonimato di una tribuna; gli spettatori che erano sugli spalti che hanno visto tutto, sentito tutto ma hanno deciso di tacere, siete complici; l'Udinese che parlava solo di interruzione della partita, come se niente fosse, sei complice; le autorità e il procuratore, con tutto quello che sta succedendo, se non faranno nulla, saranno complici anche loro», afferma ancora Maignan.
L'arbitro Maresca ha interrotto Udinese-Milan al 33' del primo tempo a causa dei buu e degli insulti razzisti rivolti a Maignan da parte del pubblico alle spalle della porta difesa dal portiere del Milan. Dopo l'annuncio dello speaker la partita è ripresa, sull'1-0 per il Milan.
Pochi minuti prima dell'interruzione l'arbitro Maresca, su sollecitazione di Maignan, aveva fatto diffondere dagli altoparlanti dello stadio un annuncio, avvertendo che la partita sarebbe stata sospesa qualora si fossero uditi dei cori razzisti denunciati dal portiere degli ospiti. Dopo la rete del vantaggio, Maignan ha raggiunto il centrocampo e ha chiesto al direttore di gara di interrompere il match per nuovi cori razzisti. La partita è poi stata sospesa per alcuni minuti e i giocatori del Milan per solidarietà sono rientrati negli spogliatoi. I giocatori dell'Udinese e il direttore dell'area tecnica Balzaretti sono andati sotto la curva per far smettere i cori. La partita è ripresa dopo qualche minuto con l'immediato pareggio dell'Udinese.
«Nel calcio non c’è posto per il razzismo»
«Nel calcio non c'è posto per il razzismo - dichiara il presidente della Figc Gabriele Gravina -, siamo solidali con Maignan e condanniamo duramente quanto accaduto a Udine. Bene ha fatto l'arbitro a sospendere la gara, non si deve giocare per forza quando accadono questi comportamenti vergognosi».
«Gli eventi accaduti sabato a Udine e a settembre a Sheffield sono totalmente ripugnanti e del tutto inaccettabili. I giocatori colpiti dagli eventi di sabato hanno il mio totale sostegno». Il presidente della Fifa Gianni Infantino ha chiesto il divieto d'accesso allo stadio per i tifosi che lanciano insulti «abominevoli» dopo quanto accaduto a Udine con i buu razzisti a Maignan e in Inghilterra a settembre quando a Sheffield il portiere Wes Foderingham fu riempito di insulti di natura razzista. «Non c'è posto per il razzismo - ha scritto Infantino sui social - né per altre forme di discriminazione, nel calcio come nella società».
La solidarietà dell’Udinese
«Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio». Così in una nota il club friulano.
«L'Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l'immediato chiarimento dell'accaduto, con l'obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l'integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza».
La proposta: sconfitta a tavolino e settore chiuso
«Sconfitta a tavolino per la squadra e, aggiungiamo noi, chiusura del settore da dove sono partiti gli insulti e i cori razzisti. Sono anni che nei nostri stadi si sentono insulti e cori razzisti. La Fifa, dopo quello che è successo a Udine contro il portiere del Milan Maignan e a Sheffield, è stata chiara: non c'è posto per il razzismo né per altre forme di discriminazione. Anche noi la pensiamo così. È giunto il momento che Federcalcio e Lega si allineino alla Fifa. Siamo stanchi dei cori razzisti e degli insulti». Così Sandro Ruotolo, Maurizio de Giovanni e Gaetano Quagliariello in una nota congiunta.