Il 65enne trentino condannato all'ergastolo per l'omicidio di Dale Pike ha lasciato il penitenziario di Miami. Il trasferimento dovrebbe avvenire nell'arco di due o tre settimane
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Si avvicina alla conclusione la decennale vicenda riguardante il rimpatrio di Chico Forti. A quasi 24 anni dalla sentenza di ergastolo per l'omicidio di Dale Pike, avvenuta nel giugno del 2000, il 65enne trentino non è più un detenuto del carcere dello Stato della Florida a Miami, ma è stato trasferito in una struttura federale dall'Immigration and Constoms Enforcement, l'agenzia statunitense per l'Immigrazione. A quanto si apprende dalla Farnesina, nella scheda di Forti del Florida Department of Correction, alla data di inizio custodia, il 7 luglio 2000, è stata aggiunta quella del 15 maggio 2024, indicata come data del rilascio. «Per me ora comincia la rinascita», ha detto Chico a persone a lui vicine poco prima del suo trasferimento, per il quale si sarebbe detto «molto positivo».
A Miami, nel frattempo, si è già tenuta l'udienza in cui Forti ha siglato l'accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia. Si tratta dell'ultimo passaggio prima del rientro, dopo che la Corte d'appello di Trento ha convertito la sentenza statunitense. Secondo alcune fonti vicine a Forti, il trasferimento dovrebbe avvenire nell'arco di due o tre settimane.
Nato a Trento nel 1959, Forti ha dedicato una prima parte della sua vita allo sport, distinguendosi in particolare nel windsurf. A partire dagli anni Novanta si trasferisce in Florida dove intraprende la carriera di produttore di film documentari e quella di presentatore televisivo e si impegna anche nelle intermediazioni immobiliari. Nel 1998 rimane coinvolto nell'omicidio di Dale Pike, per il quale si è sempre dichiarato innocente. Il 15 giugno del 2000, viene condannato all'ergastolo senza condizionale per il delitto da una giuria popolare della Dade County di Miami. Il suo caso ha suscitato un certo clamore in Italia, anche in relazione ad alcune trasmissioni televisive che hanno ricostruito la vicenda processuale.
Dopo un iter particolarmente lungo e un confronto durato anni, l'autorizzazione al trasferimento è stata annunciata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in seguito a un confronto a Washington con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il primo marzo scorso. Per il momento, i famigliari di Forti mantengono un certo riserbo sulla sua situazione. Lo zio, Gianni Forti, ha confermato l'avvenuto trasferimento nella struttura federale e ha auspicato che il rimpatrio avvenga il prima possibile. «Da parte nostra c'è la grande speranza che i tempi siano brevi», ha detto all'Ansa. In ogni caso Forti non tornerà in Italia da uomo libero: dovrà scontare la pena residua in base al diritto italiano, potendo accedere con il tempo a permessi premio, semilibertà e infine libertà condizionata.