Il messaggio avrebbe tratto in inganno la 18enne ospite di una comunità protetta. La ragazza aveva denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato
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«Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu». Sarebbe il testo di un sms trappola che Nazia Shaheen avrebbe scritto alla figlia Saman Abbas per indurla a tornare a casa. Della diciottenne di origine pachistana residente della Bassa Reggiana non si hanno più notizie da settimane. Gli inquirenti presumono che la giovane sia stata uccisa in famiglia per aver rifiutato le nozze con un parente connazionale.
Il messaggio trappola
Le ultime notizie sono riferite dalla Gazzetta di Reggio e riprese da ansa. Il messaggio, secondo il quotidiano locale, risale al periodo in cui la ragazza si trovava nella comunità protetta dopo aver denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato. L'sms avrebbe tratto in inganno la diciottenne tornata a casa dalla comunità protetta il 22 aprile.
Gli indagati
La madre della ragazza è indagata assieme al padre Shabbar - entrambi latitanti, si troverebbero in Pakistan - per omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq (latitante, si presume in Europa, con lo zio) e Ikram Ijaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio scorso mentre tentava di raggiungere la Spagna.