Ennesima fumata nera nella mattinata di oggi. Il quorum necessario per essere eletti alla presidenza della Repubblica è di 505. Alle 17 si torna in aula per la seconda votazione del giorno
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Per l'elezione del presidente della Repubblica è ancora fumata nera al termine del quinto scrutinio: la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha ottenuto meno di 400 voti. Il quorum necessario per essere eletti è pari a 505 voti. Casellati si ferma a quota 382 voti. Gli astenuti sono stati pari a 406.
Sergio Mattarella ottiene 46 voti, 38 vanno a Di Matteo, 8 a Berlusconi, 7 a Tajani e altretanti a Cartabia. Casini incassa 6 voti mentre Draghi ne ottiene 3, Belloni 2. Le schede bianche sono state 11, le nulle 9. In tutto i votanti 530, i presenti 936.
Al quinto scrutinio pla Casellati è stata votata da 382 grandi elettori. Per l'elezione le servivano 505 voti. A Casellati sono mancati 59 voti rispetto ai 441 astenuti di ieri, e ben 71 rispetto al totale dei 453 grandi elettori del centrodestra. Il voto quindi conferma che il centrodestra è in difficoltà: Salvini, Meloni e gli alleati non sono in grado neanche di controllare i propri voti.
Ed è muro contro muro tra gli alleati della maggioranza di governo sulla candidatura, da parte del centrodestra, di Casellati. Pd, M5s, Leu e Iv si sono astenuti e hanno deciso di disertare l'incontro chiesto stamattina da Matteo Salvini.
«Consideriamo la unilaterale candidatura della seconda carica dello stato, peraltro annunciata a un'ora dalla quinta votazione, un grave errore - così Pd, M5s e Leu al termine del vertice dei 3 leader -. Per il rispetto che si deve alle istituzioni, oggi esprimeremo un voto di astensione nella formula «presente non votante». "Noi non partecipiamo a questo atto di forza - ha detto Conte -, a queste conte sulle cariche istituzionali. Noi non parteciamo ad una conta, è una forzatura istituzionale, sono 3 giorni che lavoriamo ad un metodo che è anche difficile definire».
Secondo Enrico Borghi, della segreteria nazionale del Pd, «è del tutto inopportuno che la Presidente Casellati nello spoglio odierno co-presieda lo scrutinio delle schede, di fatto controllando i voti per sé stessa. Nel 1992, quando Oscar Luigi Scalfaro si trovò in analoga condizione, si astenne dal presiedere lo scrutinio lasciando il compito al vicepresidente Rodotà. Ci auguriamo il medesimo rispetto delle istituzioni».
«Oggi abbiamo fatto la massima proposta possibile tolto il presidente Mattarella», ha detto il leader della Lega in conferenza stampa a Montecitorio. «Non c'è una figura istituzionale superiore tolto Mattarella, che la Repubblica può esprimere, in più la presidente Casellati è una donna. Perché deve essere divisiva? E si è messa generosamente a disposizione». «Ho appena esercitato il mio diritto-dovere di votare per scegliere un presidente all'altezza. Sono deluso, da cittadino italiano, dalla fuga della sinistra che diserta il voto. E anche le riunioni della maggioranza. Proporrò di riincontrarci prima del secondo voto del pomeriggio. Se si fugge e non si vota, la situazione non si risolve».
«Mi auguro che il presidente del Consiglio possa continuare a fare bene il premier - ha aggiunto Salvini -. L'ho detto e non l'ho nascosto. Non pongo veti a nessuno. Da italiano, sarei più tranquillo se andasse avanti perché questa maggioranza, che fatica a fare riunioni, dovrebbe trovare un presidente del Consiglio. Non oso immaginare cosa dovremmo fare, ma non è un veto, è un ragionamento». E ha concluso: «Spero che continui a stare lì».
Intanto alle 17 seconda chiama a Montecitorio per eleggere il presidente della Repubblica.
«Mi sto chiedendo sinceramente se ho fatto bene a fidarmi, siamo stati portati in giro per tre giorni», aveva detto stamattina Enrico Letta commentando le ipotesi avanzate dal centrodestra. «Abbiamo sempre lavorato per l'unità. L'impressione è che abbiano tentato di dividerci, con idee fantasiose con l'obiettivo di dividere e non di trovare una soluzione per il Paese». «Chiederemo a Fico di aumentare le votazioni e arrivare almeno a due votazioni al giorno».
«Non escludo l'ipotesi che possa esservi anche un Mattarella bis - così stamani il leader di Italia viva, Matteo Renzi su Radio Leopolda -, sarebbe una forzatura nei confronti di Mattarella e oltremodo scorretto ma al venerdì mattina o la vicenda si risolve nelle prossime ore o questa ipotesi è in campo con tutta la sua forza».
«È la sinistra che ieri s'è divisa, il centrodestra è compatto e unito. Vogliamo trovare soluzioni condivise. Ora si deciderà il da farsi. Noi scandalosi? Addirittura, dov'è lo scandalo. Non abbiamo mai posto veti», ha detto Antonio Tajani (Fi), arrivando al vertice del centrodestra.
«La desolazione delle manfrine sull'elezione del Presidente della Repubblica certifica 2 cose che @FratellidItalia sostiene da sempre:1. Con questo Parlamento è impossibile decidere qualsiasi cosa. 2. Se fossero stati gli italiani ad eleggere il PdR lo avrebbero fatto in un giorno». Così il leader di Fdi, Giorgia Meloni, su Twitter. «Con questo Parlamento non si decide niente. La soluzione sono le elezioni. Ora combattiamo e sulla base di quello che accradrà faremo le nostre valutazioni", ha detto poco prima del voto Meloni a Montecitorio. «Il centrodestra è compatto, ma è anche molto attrattivo».