Le parole strazianti della vedova e del fratello del vice brigadiere colpito a morte da un ladro che aveva fermato. Alla camera mortuaria presenti anche amici e parenti accorsi dalla Campania
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«Me lo hanno ammazzato». Poche ma strazianti e ricche di dolore le parole pronunciate fuori dalla camera mortuaria dell’ospedale Santo Spirito a Roma dalla moglie di Mario Rega Cerciello, il carabiniere ucciso in servizio a Roma per un “cavallo di ritorno”.
La coppia si era sposata da poco, poco più di un mese, ed era appena rientrata dal viaggio di nozze: su Facebook le foto del matrimonio, celebrato lo scorso 19 giugno, che li ritraggono felici e sorridenti per aver coronato la loro favola.
Un amico: «Lei viveva per lui»
«Non aveva ancora nemmeno disfatto i bagagli», ha raccontato commosso il comandante della stazione dei Carabinieri di Piazza Farnese Sandro Ottaviani, diretto superiore del militare ucciso.
«Lei viveva per lui, è una tragedia», dice un amico della coppia in lacrime. Dolore immenso anche per un fratello della vittima: «Ancora non ci posso credere», ha detto fuori dalla camera mortuaria dell’ospedale romano dove erano presenti stamattina almeno 100 tra amici e parenti arrivati dalla Campania, la regione d’origine di Rega Cerciello.
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