Il ministro dell’Economia Giorgetti in Commissione di Vigilanza Rai ha detto che il governo sta studiando diversi modi per abbassare il canone della Tv pubblica
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Ci sarebbero «una pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio» per il quale è stato «convocato uno specifico tavolo presso il Ministero dell’Economia».
Da tempo la Lega promette di abolire il canone per la tv pubblica nell'arco dei prossimi cinque anni. Ieri il ministro leghista dell’Economia Giorgetti ha parlato in Commissione Vigilanza Rai delle varie ipotesi a cui il governo sta pensando. Quella che sembrerebbe una certezza è lo stralcio della quota del canone dalla bolletta elettrica, anche perché ci sono pressioni dall’Europa perché i cosiddetti “oneri impropri” non siano riscossi dai fornitori, per esempio, dell’energia.
«Si sono svolte diverse interlocuzioni con la Commissione Europea al fine di verificare se l’eliminazione del pagamento del canone Rai rientrasse nella realizzazione dell’obiettivo del Pnrr che prevede proprio la progressiva rimozione dell’obbligo per i fornitori di riscuotere oneri non collegati al settore dell’energia» ha detto Giorgetti alla Commissione «Tali interlocuzioni hanno portato a ritenere che tali oneri potessero permanere in bolletta e nella legge di bilancio 2023. È stato previsto un meccanismo di progressiva eliminazione degli altri oneri impropri, come quelli relativi alla denuclearizzazione non più presenti in bolletta da quest’anno».
La Tv pubblica riceve dal canone 1,85 miliardi di euro l’anno (bilancio 2022). L’idea è quella di abbassare il canone per tutti, da un lato scorporando dal canone la quota destinata agli investimenti, attualmente circa 300 milioni, e spostarla a sulla fiscalità generale, dall’altro allargando la platea dei contribuenti. Una delle ipotesi a cui il ministro dell’Economia ha fatto riferimento è che il presupposto per il pagamento della tassa non sia il possesso di un televisore, come avviene oggi, ma di un telefono cellulare.
«Le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra RaiPlay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device» ha detto Giorgetti «Qualora il presupposto diventasse il possesso di un'utenza telefonica mobile, si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni».
Anche il ministro, però, si rende conto della difficoltà di utilizzare questo metodo, che comporterebbe «problemi di applicazione relativi al calcolo di utenze per nucleo familiare: andrebbe individuato un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata».