Pasquale Grasso lascia l’incarico nell’Associazione nazionale magistrati spiegando di non voler «invelenire una situazione già molto complicata»
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Pasquale Grasso si è dimesso dalla presidenza dell'Associazione nazionale magistrati. Lo ha annunciato al Comitato direttivo centrale, convocato per il rinnovo della giunta dopo la bufera scatenata dall'inchiesta di Perugia, dopo avere ascoltato gli interventi dei rappresentanti dei vari gruppi.
Le dimissioni
«Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me» ha detto ai colleghi ai quali ha annunciato le sue dimissioni da presidente dell'Anm. «Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta. Vi ho ascoltato e compreso» ha ribadito. «Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l'uomo morale dice no a se stesso».
«Comportamento troppo timido»
Le posizioni emerse dai vari gruppi hanno preso le distanze dal presidente, il cui comportamento è stato ritenuto troppo timido e non abbastanza netto, e da Magistratura indipendente, che Grasso ha lasciato nei giorni scorsi dopo che l'assemblea della corrente aveva chiesto ai togati del Csm autosospesi, ora dimissionari tranne uno, di tornare a svolgere la propria attività mentre l'Anm ne chiedeva con forza le dimissioni. Angelo Renna di Unicost ha parlato di ''una Caporetto''. Per Area è intervenuto Giovanni Tedesco che ha denunciato la linea tenuta da Mi e ha detto «siamo pronti a riaccoglierli in giunta quando ci sarà un vero cambiamento». Francesco Valentini di Autonomia&Indipendenza ha definito la situazione ''catastrofica''. Dal presidente dell'Anm, ha lamentato, '«sono arrivati solo distinguo». Un richiamo all'unita dell'Anm è arrivato da Stefano Buccini di Mi, «data la comune valutazione di assoluta gravità delle condotte contestate disciplinarmente ai togati coinvolti».
Le dichiarazioni
In apertura, Grasso aveva detto che senza una posizione unitaria si sarebbe fatto da parte, «non avendo intenzione di invelenire una situazione già molto complicata. Chiedo a tutti, però, una posizione chiara e un’assunzione di responsabilità». «Mi farò da parte alla percezione della semplice richiesta di dimissioni che provenisse da una parte apprezzabile dei presenti, senza volontà di imporre un voto che sarebbe comunque divisivo» aveva poi spiegato. «Rivendico con forza la correttezza e la coerenza della linea di azione, politica, giuridica e morale, che, come presidente dell’Anm componente di questo cdc e come magistrato, ho proposto e seguito», parlando di una serie di eventi «di una gravità senza precedenti».